Le madri non si dimettono mai La campagna con le vostre storie
Ancora oggi in Italia le donne sono poste di fronte a una scelta: figli o lavoro. Perché anche se tutti sono d’accordo sul fatto che i bambini sono un bene per la società e anche se i figli li fanno uomini e donne, poi tocca soprattutto a queste ultime accollarsi le difficoltà lavorative che conseguono dall’essere genitori. E così nel nostro Paese una donna su 5 abbandona l’impiego dopo essere diventata madre. Per non parlare della pratica (illegale) delle dimissioni in bianco, fatte firmare per anni alle donne che iniziavano a lavorare e poi compilate dal datore di lavoro appena rimanevano incinte. A svelare l’assurdità di questa scelta arriva ora una campagna provocatoria «Moms Don’t Quit — le mamme non si dimettono»: al centro c’è un video in cui le madri poste di fronte alla scelta tra maternità e lavoro, leggono ai propri figli una lettera di dimissioni dal ruolo di mamma.
«Non posso più essere la tua mamma, devo smettere — scrivono — perché ho bisogno di lavorare e una donna che lavora non può essere una mamma». Le reazioni dei figli — per una scelta che nessuno dovrebbe mai essere costretto a fare — sono quelle che tutti gli adulti dovrebbero avere: rabbia e rifiuto.
Al progetto, ideato e realizzato da FCB Milano e sostenuto dal Gruppo Rcs — con le testate Corriere della Sera, Io donna, Insieme, Io e il Mio
Bambino — si può partecipare sui social media con l’hashtag #momsdontquit, postando le proprie storie, i video e i contenuti che si trovano sul sito www.momsdontquit.it e che hanno al centro l’icona della lettera di dimissioni da distruggere pubblicamente. Sul sito il link per firmare la petizione ai presidenti di Camera e Senato e alla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio: si chiede un tavolo di lavoro, al quale partecipino anche ministeri del Lavoro e delle Pari Opportunità, per affrontare questi temi, sbloccare le iniziative previste dalla Legge di Stabilità e avviarne altre per modificare una cultura che ancora impedisce alle donne di dare fino in fondo il loro contributo al mondo del lavoro.