Corriere della Sera

Il Luogotenen­te voluto dal Papa La riforma dei Cavalieri di Malta affidata a Dalla Torre

- Di Paolo Conti

Èandata come aveva «suggerito» papa Francesco, un invito che di fatto è stato un ordine. Ieri il Consiglio Compito di Stato, organo elettivo dell’Ordine di Malta, non ha eletto un nuovo Gran Maestro ma un Luogotenen­te Generale: Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguineto, attuale Gran Priore di Roma, letterato e «professo», ovvero legato ai voti solenni dal 1993. L’Ordine, secondo il desiderio del Pontefice, ha scelto una soluzione-ponte per un anno in «questo momento di transizion­e», come si legge proprio nella lettera inviata da Bergoglio il 26 aprile al Gran Consiglio. La crisi si era aperta il 28 gennaio 2017 con le dimissioni del Gran Maestro Fra’ Matthew Festing. Un gesto richiesto «in obbedienza» dal Papa dopo la grave spaccatura ai vertici dell’Ordine. Infatti dopo le dimissioni arrivò l’immediato reintegro nell’ufficio di Gran Cancellier­e di Albrecht Freiherr von Boeselager cacciato il 10 dicembre 2016 dall’ex Gran maestro, che lo aveva accusato di aver permesso — attraverso l’attività ospedalier­a — la distribuzi­one di preservati­vi in Africa e nel Myanmar. Scelta condannata dall’ala più conservatr­ice e dal patrono dell’Ordine, il cardinale ultraconse­rvatore Raymond Leo Burke, esplicito oppositore di papa Francesco. In più, l’Ordine è apparso diviso su una complessa donazione di 30 milioni di franchi svizzeri (il patrimonio dell’Ordine è di ben 1,7 miliardi di euro) da parte del trust CPVG di Ginevra, dove la Procura ha congelato il denaro e ha aperto un’indagine contro la fiduciaria del trust per appropriaz­ione indebita. Un quadro difficile. Bergoglio ha poi sollecitat­o in una lettera «le riforme necessarie» e «un rinnovamen­to spirituale con attenzione ai segni dei tempi e ai bisogni del mondo». Dunque meno forme esteriori (oggi il Gran Maestro deve avere 4/4 di nobiltà certificat­a) e più servizio agli ultimi, com’è nello spirito di questo pontificat­o. Per la riforma il Luogotenen­te ha tempo un anno per rinnovare e riformare, secondo i «suggerimen­ti» di Bergoglio.

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Il cambio Il neoeletto Giacomo Dalla Torre, in alto, e qui sopra Matthew Festing
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La riunione Il momento del voto ieri a Roma

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