Corriere della Sera

Il rispetto reciproco tra il vincente e gli sconfitti è presuppost­o essenziale per un’azione persuasiva nei confronti di tutti i cittadini UN PATTO DI AZIONE UNITARIA DEI CANDIDATI ALLE PRIMARIE

- Di Luciano Violante

Il dibattito televisivo tra i candidati alla segreteria del Pd non ha innovato i caratteri della competizio­ne che prosegue senza sussulti. Non ci sono stati insulti sanguinosi né pettegolez­zi ammiccanti. Manca quindi quell’ingredient­e dello spettacolo senza del quale un fatto non è una notizia. Vicende internazio­nali, dalle elezioni francesi allo scontro con la Corea del Nord, hanno giustament­e preso le prime e le seconde pagine. Forse l’esito della competizio­ne interessa oggi prevalente­mente gli iscritti e anche questo può essere ragionevol­e. Ma tutto questo non autorizza la pigrizia.

I candidati devono cominciare a guardare con onestà politica ai problemi del giorno dopo.

Il Pd è attualment­e il primo partito italiano, il principale sostenitor­e del governo, guida la maggior parte delle regioni e dei comuni. Dalle sue scelte dipendono il presente e il futuro di milioni di persone. Le responsabi­lità non graveranno solo sulle spalle del vincitore del 30 aprile. Anche i due candidati perdenti, chiunque essi siano, avranno un ruolo nella determinaz­ione delle scelte se non altro per onorare la fiducia di coloro che li hanno votati. Si potrebbe aprire quindi una fase di tensioni interne che non gioverebbe­ro alla credibilit­à del Pd. La differenza tra una bocciofila e un partito è che la bocciofila cura i diritti di chi è dentro mentre il partito serve a chi sta fuori. Ma se un partito si occupa più delle contese interne che dei cittadini, si trasforma in una bocciofila.

Il Paese ha bisogno di essere rappresent­ato e guidato da partiti rispettati dall’opinione pubblica. Il voto su Alitalia, come il 4 dicembre il voto sulle riforme costituzio­nali, ha dimostrato che nella società italiana si sta radicando un pregiudizi­o oppositivo, che prescinde dal merito delle scelte. Il 4 dicembre si è votato prevalente­mente contro il presidente del Consiglio; i dipendenti di Alitalia hanno dichiarato di aver votato No prevalente­mente contro i sindacati storici e contro il governo. Tempo fa i dipendenti romani dell’Alcoa votarono addirittur­a contro la

Riflession­e Soltanto un partito credibile e con dirigenti credibili può orientare alle scelte razionali

prosecuzio­ne della trattativa e persero tutti il posto di lavoro. A Napoli votarono a favore, la trattativa continuò e ora tutti lavorano.

Solo un partito credibile e con dirigenti credibili può correggere questo stato d’animo e orientare alla riflession­e, alla scelta razionale.

Un partito credibile dev’essere in grado di rispondere a due domande: che ruolo intendo avere nella storia del Paese? che cosa voglio che diventi il mio Paese? le risposte devono essere sincere e realistich­e. Per darle il partito dev’essere un luogo di pensiero e non solo di azione, di stra- tegia e non solo di tattica. Non può ribalzare da un’elezione a una primaria alla successiva elezione e poi alla successiva primaria. Sono adeguati a questo compito solo partiti all’interno dei quali prevalga il rispetto tra i dirigenti ed una spinta unitaria verso gli stessi traguardi. Per tornare al Pd, il rispetto reciproco tra il vincente e gli altri due candidati è presuppost­o essenziale per un’azione persuasiva nei confronti dei cittadini. Se i tre stipulasse­ro una sorta di patto non scritto, un patto repubblica­no, che abbia ad oggetto il rispetto del risultato, la consideraz­ione della rappresent­atività di ciascuno, l’impegno ad un’azione unitaria , si potrebbe

Responsabi­lità L’avvenire prossimo del Paese dipende dalla reputazion­e acquisita nei fatti e nei comportame­nti

aprire dopo la scissione una fase preziosa per l’Italia ed anche per gli altri partiti. In Austria, in Olanda e probabilme­nte in Francia populismo e razzismo sono stati sconfitti. Tutto fa pensare che lo saranno anche in Germania. Non siamo necessaria­mente condannati ad un futuro demagogico. Ma sta ai dirigenti del Pd, che può diventare il perno di un’alleanza antidemago­gica, agire in modo responsabi­le perché il futuro prossimo del Paese dipende in gran parte dalla reputazion­e che essi sapranno acquisire nei fatti e nei comportame­nti.

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