Roberto Maroni
Caro Cazzullo, ho letto il suo intervento (Corriere, 28 aprile) in risposta a una domanda sul Referendum autonomista di Lombardia e Veneto. I soldi spesi per l’esercizio della democrazia — ha ragione — «non sono mai sprecati». E in questo caso, sono anche un investimento sul futuro. Il 22 ottobre, per la prima volta in Italia, su iniziativa della Regione Lombardia, si sperimenterà il voto elettronico. Un’innovazione unica nel suo genere nel nostro Paese, che potrebbe cambiare il nostro modo di andare alle urne. I computer che verranno acquistati per far votare i cittadini, inoltre, rimarranno a disposizione delle scuole che saranno sede di seggio, trasformandosi quindi in uno strumento di studio e di apprendimento per i nostri ragazzi. Non sono invece d’accordo con lei quando dice che la consultazione sull’autonomia delle due principali Regioni del Nord, «serva più a una resa dei conti interna alla Lega che a condizionare il futuro dei nostri territori». La politica non c’entra nulla, conta solo la gente. Attraverso il Referendum, a trattare con Roma non andranno più solo due Governatori, ma 15 milioni di lombardi e veneti. Che, sono sicuro, ci sosterranno in maniera trasversale, perché questa non è una battaglia «di parte», è una scelta di logica e buon senso. La Lombardia ha un residuo fiscale di 54 miliardi all’anno e un bilancio di 23 miliardi all’anno, con il quale dobbiamo fare tutto: sanità, welfare, trasporti, ecc. Lo scopo del Referendum di autonomia è proprio questo: ottenere dal governo la facoltà di trattenere almeno il 50% del residuo fiscale, soldi dei lombardi, con i quali avremmo modo, ad esempio, di abolire il bollo auto (che abbiamo già tolto a chi cambia l’auto scegliendone una meno inquinante), cancellare tutti i ticket sanitari (che pure abbiamo già tagliato), potenziare le politiche di sostegno alle imprese, all’occupazione, alle categorie fragili, che in questi anni abbiamo avviato ottenendo riscontri positivi e concreti, come tutti gli studi e le classifiche dimostrano.
Presidente Regione Lombardia Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579
«Abbiamo bisogno di maggiore autonomia»
lettere@corriere.it letterealdocazzullo @corriere.it
Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Aldo,
la questione sollevata a proposito degli scafisti e delle Ong sarebbe risolta se lo Stato italiano ponesse l’obbligo di portare i carichi delle persone raccolte in mare nei Paesi a cui fanno riferimento le Ong.
Sovere
Desidero sottolineare la mia stima al dottor Zuccaro per quanto sta facendo e speriamo gli sia permesso di fare nell’interesse di noi cittadini, di questa povera Italia e, non dimentichiamolo, anche di chi viene sfruttato in questa tratta vergognosa di esseri umani. Non possiamo che esprimere la massima e incondizionata solidarietà alle Ong che salvano ogni giorno migliaia di vite nel Mediterraneo.
Catania
Cari lettori,
La questione più dibattuta nelle 300 lettere che arrivano ogni giorno al Corriere è quella dei migranti. Da quando la procura di Catania ha ipotizzato che alcune organizzazioni non governative operino a fini di lucro, talora in combutta con gli scafisti, si discute soprattutto di quello. Per un lettore che difende le Ong, nove le vorrebbero chiudere. Il punto è che nella discussione pubblica i politici diventano tutti ladri, gli imprenditori tutti corruttori, i giornalisti tutti servi, e le Ong tutte collaboratrici dei trafficanti di uomini. Ma se sono tutti colpevoli, allora nessuno è davvero colpevole. Ovviamente bisogna distinguere. La grande maggioranza delle Ong hanno buone intenzioni; e salvare la vite umane è sempre e comunque un dovere giuridico e morale.
Ma la domanda di fondo resta questa: è giusto che il Mediterraneo sia la rotta dei viaggi della speranza per milioni di africani, che mettono a repentaglio le vite di donne e bambini? Il riscatto dell’Africa passa attraverso una migrazione non richiesta e non regolamentata? È bene che sul traffico di esseri umani prosperino sia criminali sia alcune cooperative? La risposta, a mio avviso, è no.
Le Ong si occupino di creare corridoi umanitari per i profughi. Le Marine d’Europa collaborino con i libici per riportare la legalità lungo le coste. E i migranti che intendono migliorare la loro condizione economica si sottopongano alle regole che si sono dati i Paesi dove vorrebbero trasferirsi. Non è facile; ma non esistono altre soluzioni. Perché è evidente che la ripartizione dei profughi gli altri governi, Merkel per prima, non la vogliono davvero.