Malati cronici e rari Nessuna tutela speciale
econdo un’indagine del Censis su un campione rappresentativo della popolazione, l’anno scorso 13,5 milioni di italiani hanno saltato la lista di attesa ricorrendo a conoscenze, amicizie, raccomandazioni oppure facendo regali . L’ultimo Rapporto «Curiamo la corruzione» curato da Transparency International Italia, Censis, ISPE Sanità e RiSSC, conferma che la gestione delle liste di attesa è tra le aree più a rischio di corruzione in Sempre il Censis ha calcolato che, nel 2016, undici milioni di italiani hanno rinunciato alle cure per difficoltà economiche. Commenta Francesco Maietta, responsabile del settore politiche sociali del Censis: «Chi trova in una struttura pubblica una lista di attesa molto lunga prova a fare la prestazione in intramoenia o nel privato ma, se non può pagarla, vi rinuncia o la rinvia». Altrimenti si rassegna e aspetta.
Le lunghe attese non riguardano solo le prime visite e i primi esami necessari per diagnosticare una patologia emergente, ma si registrano anche per i controlli cui devono sottoporsi periodicamente i malati cronici e rari. A evidenziarlo è il Rapporto «In cronica attesa» presentato il 27 aprile dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (46 associazioni, oltre centomila cittadini). Ebbene, un’associazione su due afferma che per i pazienti cronici o rari non esistono percorsi di garanzia o di accesso La buona presa in carico del malato cronico, cuore del Piano nazionale della cronicità, approvato sette mesi fa dalla Conferenza Stato-Regioni ma finora recepito con specifiche delibere soltanto da pochissime Regioni, prevede che il paziente non debba preoccuparsi di prenotare visite ed esami di controllo poiché è la stessa struttura che vi provvede. Così si accorciano anche i tempi di attesa agevolato alle liste di attesa. «Spesso il paziente è costretto a vagare per ambulatori e ospedali per cercare di prenotare in tempo utile visite e accertamenti — sottolinea Aceti — . In molti casi, per un malato cronico l’incompatibilità dei tempi di attesa vuol dire andare incontro a un peggioramento della patologia».
Le soluzioni? «Inserire i malati cronici in Percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali, come prevede il recente Piano nazionale della cronicità — risponde Aceti —. I Pdta sono predisposti “su misura” dagli specialisti, in raccordo col medico di famiglia, in modo che sia la struttura a pianificare i controlli e gestire in tempi congrui gli appuntamenti.
«Tra l’altro, la programmazione accurata dei controlli per i malati cronici consentirebbe un alleggerimento dell’intero sistema delle prenotazioni, lasciando, per esempio, più posti disponibili per le prime visite». Per saperne di più su liste e tempi di attesa http://www. agenas.it; www.cittadinanzattiva.it