Il segretario alla minoranza: basta polemiche fino al 2021
L’ex premier avverte: interverrò ogni volta che devo
Renzi a urne chiuse alla minoranza. «Ora basta polemiche fino al 2021».
«Adesso per quattro anni è chiusa. Fino al sette maggio del 2021 basta con le polemicucce interne. Il nostro elettorato ha votato il suo segretario e non voglio storie», è un Matteo Renzi molto determinato quello che si gode la vittoria ai gazebo.
«E ora dobbiamo avere una squadra compatta perché i prossimi mesi ci giocheremo molto», dice l’ex premier ai suoi. Del resto, il Pd è nelle mani di Renzi: Lotti ha lavorato apposta per blindare i numeri in Assemblea nazionale, e per consegnare nelle mani del segretario una maggioranza autonoma sia da Franceschini che da Martina.
«Il flop della partecipazione che molti si aspettavano non c’è stato, il partito esiste e le primarie funzionano», sorride il «ri-segretario» (così lo chiamano, scherzando, gli amici). E dice ai suoi: «Spero che non si facciano ancora polemiche sul numero dei votanti, certo non le possono fare i grillini, come di Maio che ha preso 59 clic...».
E ora Renzi si farà sentire: «Da adesso in poi interverrò ogni volta che lo riterrò necessario. Il governo fa bene, ma deve fare di più, e noi lo aiuteremo in questo senso».
Già, il leader del Pd ha in tasca il suo «piano B». Le elezioni anticipate non sono più l’unica strada da imboccare e se si va avanti fino a maggio 2018, allora il segretario del Pd intende condizionare l’azione del governo. «Non si possono più fare stupidaggini, come la polemica tra Orlando e Alfano sulle ong, che avvantaggiano i grillini. Non si può più dare l’impressione di incertezza e di scarso interesse per i lavoratori che si è data su Alitalia...».
Lo schema è quello che si è visto in questi giorni: imporre la linea del Pd al governo, come è stato sull’Iva e su Alitalia.
Eppoi la legge elettorale. Renzi andrà a vedere le carte grilline, perché, dice «la politica stagna in una palude di imbarazzanti ritardi, a cominciare dalle legge elettorale». E l’ex premier non ha intenzione di lasciare che siano altri a con-
durre le danze: «Mai più giocare di rimessa con il Movimento Cinque Stelle». Perciò Renzi dovrebbe rilanciare, con una sua proposta rivolta a tutti i partiti: niente capilista bloccati e un meccanismo maggioritario che «garantisca la governabilità».
Quindi, la nuova squadra. Renzi non ama parlare di organigrammi, ma la segretaria è di fatto già pronta: Maurizio Martina vice unico e Matteo
Richetti, Matteo Ricci e Tommaso Nannicini, Teresa Bellanova in prima linea ai vertici del partito.
Le alleanze? È un tema che per ora Renzi non si pone. Ma un’indicazione la dà Richetti: «Quando si andrà al voto daremo vita a liste larghe che coinvolgano soggetti sociali, l’area Pisapia ed esperienze liberaldemocratiche». Il listone, insomma.