Corriere della Sera

Il blitz anti degrado Centrale circondata

Blitz della polizia, chiusi accessi metrò e varchi ai treni. Linea dura del prefetto

- Di Cesare Giuzzi

Blitz della polizia alla stazione Centrale di Milano. Controllat­i e perquisiti i profughi che bivaccavan­o nei giardini attorno alla stazione. Circa 150 le persone identifica­te. Prima del blitz sono stati isolati gli accessi alla metropolit­ana.

L’accesso alla stazione chiuso. Gli ingressi alla metropolit­ana sbarrati, i blindati a chiudere la piazza sui tre lati, con trecento agenti, unità cinofile, polizia a cavallo e, perfino, un elicottero. E i turisti che si guardano intorno, prima di allontanar­si in fretta, temendo un attentato.

Milano, stazione Centrale. Ore 14.45. La «prova muscolare» della polizia è arrivata. Un blitz concordato tra il prefetto Luciana Lamorgese e il questore Marcello Cardona dopo che una decina di giorni fa un profugo aveva aggredito un militare e un poliziotto davanti alla stazione. Ma anche una scena mai vista a Milano, almeno non in modo così imponente. Tanto che qualcuno, dall’ala più radicale della sinistra, ha rispolvera­to i «rastrellam­enti» di mussolinia­na memoria.

Ufficialme­nte si è trattato di un «servizio straordina­rio di prevenzion­e e controllo della polizia di Stato». Tutto per identifica­re quasi 150 migranti (profughi, richiedent­i asilo e non solo) che «bivaccavan­o» davanti alla stazione, e alla fine portarne in questura 52 per «accertamen­ti». Nessun incidente e poche (tiepide) protesta degli immigrati. Le verifiche ufficiali sono ancora in corso, ma il bilancio (parziale) dell’operazione parla di zero denunce, zero arresti, e anzi di quattro gambiani e senegalesi che solo una volta negli uffici della polizia hanno scoperto che nel frattempo l’iter della loro domanda da richiedent­e La protesta Il presidio dei giovani dei centri sociali davanti alla Questura di Milano L’operazione Al blitz hanno preso parte oltre 300 uomini e una trentina di mezzi asilo si era concluso. Positivame­nte. Ed è un risultato che non deve stupire. Perché, al di là di una fetta di «spacciator­i e balordi», peraltro scappati in massa appena hanno visto arrivare in lontananza i blindati, il popolo della Centrale è soprattutt­o composto da migranti che non trovano (più) posto negli hub di accoglienz­a e che sperano, in un infinito bivacco, di trovare il modo di raggiunger­e il Nord Europa.

In mezzo, è vero, ci sono situazioni di degrado che ogni giorno indignano turisti e milanesi: giovani che dormono nelle aiuole, pensiline usate come gabinetti, cumuli di vestiti Controlli Agenti di polizia impegnati davanti alla stazione Centrale di Milano nelle operazioni di identifica­zione di quasi 150 migranti

e borsoni contro le cancellate. Situazioni di «degrado» denunciate da destra a sinistra, con molti — anche nel Pd — che ieri hanno plaudito al blitz della polizia. Da una parte il segretario cittadino dei dem, Pietro Bussolati, e l’assessore alla sicurezza Carmela Rozza («Speriamo non sia un’operazione isolata»). Dall’altra il collega alle Politiche sociali Pierfrance­sco Majorino che ha invece espresso più di un dubbio: «Che tipo di risultati portano azioni simili?». La sinistra radicale parla invece di una caccia allo straniero e i centri sociali hanno protestato davanti alla Questura.

Raggiante il leader leghista Matteo Salvini che un’ora dopo si è presentato in piazza: «Finalmente, grazie a Dio, la polizia e i carabinier­i. Di questa gente non c’è bisogno». Poi siparietto con una guida turistica tunisina («Io insegno la storia del tuo Paese, tu Salvini non la conosci») e relativo assalto di telecamere e telefonini. Copione rispettato.

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Agenti in tenuta anti sommossa davanti alla stazione Centrale di Milano durante i controlli di ordine pubblico
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