Merkel da Putin, pressing sui diritti
La cancelliera tedesca col presidente russo a Sochi parla di Ucraina, Siria e repressione. Trump chiama il Cremlino
Incontro teso fra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente russo a Sochi, sul Mar Nero. Tra Germania e Russia c’è disaccordo praticamente su tutto, dalla Siria all’Ucraina e al rispetto dei diritti umani nel Paese di Putin.
Si incontreranno solamente in luglio, a margine del G20 previsto ad Amburgo Vladimir Putin e Donald Trump e non a fine mese in occasione del viaggio in Europa del presidente Usa per partecipare al G7 di Taormina. Intanto i capi delle due diplomazie dovranno lavorare per cercare di trovare una soluzione condivisa in Siria, anche con la creazione di aree umanitarie smilitarizzate. La conversazione telefonica che si è svolta ieri tra i due leader è stata definita «costruttiva» dal Cremlino e «molto buona» dalla Casa Bianca, anche se molte differenze sono rimaste. Si è parlato di tutto, compresa la crisi con la Corea del Nord per la quale Putin ha insistito per una soluzione diplomatica.
Sicuramente più teso il clima dell’incontro che Putin, in ottima forma, aveva avuto in giornata con la cancelliera Angela Merkel a Sochi, sul Mar Nero. Pochi sorrisi, niente baci come in altre occasioni e una fredda stretta di mano tra due «partner» che in altre occasioni amavano conversare in russo e in tedesco, visto che ciascuno, per il suo passato, parla la lingua dell’altro. Era dal 2015 che Merkel non metteva piede in Russia.
«Bisogna continuare a parlarsi perché altrimenti ci si chiude nel silenzio e allora c’è sempre meno e meno comprensione», ha sintetizzato la cancelliera. Ed effettivamente tra Germania e Russia (ma potremmo dire Europa) c’è disaccordo praticamente su tutto, dalla Siria all’Ucraina, al rispetto dei diritti umani nel Paese di Putin, all’interferenza degli hacker di Mosca negli affari politici di altri Paesi. In diverse occasioni, dopo le parole della Merkel, Putin è intervenuto con puntigliosa precisione per spiegare che Mosca vede le cose in tutt’altro modo.
Sull’Ucraina entrambi concordano, e non da ora, sulla necessità di far procedere il processo di pace avviato con gli accordi di Minsk. Ma chi è che non ottempera agli accordi presi? Merkel ha invitato il presidente russo a fare pressione sui separatisti. Putin ha ribattuto che tutti i problemi nascono da «un colpo di Stato» che ha esautorato nel 2014 il presidente vicino a Mosca.
Sulle interferenze politiche la cancelliera è stata esplicita, citando anche un episodio che fece molto rumore nel suo Paese. Una ragazza russa, una tredicenne di nome Lisa, denunciò di essere stata stuprata da un immigrante a Berlino a gennaio. I media russi e il ministero degli Esteri accusarono il governo tedesco di voler coprire la cosa. Poi la ragazza ritrattò le accuse che erano risultate infondate. La Merkel ha anche ricordato come la cosiddetta «guerra ibrida» abbia «un ruolo nella dottrina militare russa». Lei non è preoccupata di eventuali interferenze («Non sono ansiosa») e, in ogni caso, il suo Paese prenderebbe «misure decise».
Il presidente russo ha nuovamente negato che il suo Paese abbia avuto a che fare con interferenze negli Usa o in Europa e ha invece sostenuto che è la Russia a subire simili azioni.
Merkel ha anche sollevato la questione del rispetto dei diritti umani, con particolare riferimento alle accuse contro la Cecenia, che imprigionerebbe gli omosessuali, e alla decisione della Corte suprema di bandire i Testimoni di Geova. Poi ha ricordato come sia importante consentire lo svolgimento di manifestazioni pacifiche. Su questo Putin ha ribadito che la sua polizia agisce in maniera molto «morbida» rispetto a quello che avviene in altri Paesi europei, dove si usano manganelli e gas lacrimogeno.