Corriere della Sera

Modello tedesco (per un altro rinvio)

Il dibattito sulla legge elettorale. M5S: in Sicilia via i vitalizi all’Ars

- Di Francesco Verderami

Passerà almeno un’altra settimana prima che la Camera inizi ad affrontare la riforma elettorale. Renzi infatti non vuole incardinar­e la riforma «finché non ci sarà un accordo».

acqua santa, forzisti e grillini: «Però dovremo essere pronti entro l’estate — si giustifica — perché il voto è comunque vicino. Ottobre o febbraio non fa molta differenza».

Sì che la fa per Renzi, che pur di non mettere piede al Nazareno prima della convention di domenica riunisce al bar il suo stato maggiore: «Portatemi solo buone notizie». La confusione sulla legge elettorale è per il leader del Pd una buona notizia, perché l’assenza di un’intesa gli offre validi argomenti da spendere magari quando dovrà andare a parlarne con Mattarella al Quirinale. Perciò nel Palazzo c’è la netta sensazione che l’ennesima proposta — il modello tedesco — sia un escamotage dei democrat per incassare un altro «no» e portare avanti il solito disegno del capo: le elezioni anticipate.

I timori della Boschi

Non è un caso se durante la lunga fase di limbo che ha preceduto la vittoria alle primarie, Renzi ha evitato di attardarsi sulla riforma del sistema di voto. Mentre è parso appassiona­to quando ha spiegato ai fedelissim­i l’idea con cui aggirare il nodo della legge di Stabilità, la proposta da presentare all’Europa rinnovata dopo il voto in Francia e in Germania, la richiesta di allentare i vincoli di bilancio in cambio di un «piano quinquenna­le ammazzadeb­ito» che l’Italia si impegnereb­be ad attuare nella prossima legislatur­a. Con il «ri-segretario» nei panni del «ri-premier», ovviamente.

Le urne sono l’alfa e l’omega dei ragionamen­ti di Renzi, e l’ansia di arrivarci prima della scadenza naturale viene vissuta con una certa preoccupaz­ione anche in un pezzo del giglio magico. La Boschi, per esempio, è contraria alla prospettiv­a di forzare la mano per arrivare al voto anticipato, e non è l’unica personalit­à autorevole

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