Corriere della Sera

Crac 2008, ancora da chiudere Senegal e Barcellona

Dopo 9 anni procede la gestione straordina­ria della vecchia Alitalia Linee aeree italiane Spa

- Francesca Basso Fabrizio Massaro

Da oggi ci sono ben due Alitalia in amministra­zione straordina­ria. Un caso forse unico nel panorama societario, con la «nuova» Alitalia che si affianca alla «vecchia» Alitalia affidata ai commissari nel 2008 e ora, dopo quasi dieci anni, in fase di liquidazio­ne finale.

Dopo tanti anni, i problemi non sono ancora stati risolti del tutto. L’ultimo immobile di cui la vecchia Alitalia Linee aeree italiane spa è in possesso, a Barcellona in Spagna, sarà venduto a breve. Ce ne sarebbe anche un altro, a Sesto San Giovanni. Ma nel frattempo è stato occupato dai centri sociali e al piano terreno hanno aperto addirittur­a un ristorante abusivo: da quattro anni i commissari cercano di ottenerne lo sgombero.

Il bilancio finale, a otto anni dalla nomina del primo commissari­o straordina­rio Augusto Fantozzi, cui è seguito l’attuale collegio formato da Stefano Ambrosini, Gianluca Brancadoro e Giovanni Fiori, vede 1,3 miliardi di euro di attivo realizzato a fronte di 3,1 miliardi di passivo. Ai creditori sono stati pagati 865 milioni di euro, comprensiv­i dell’accollo di debiti per 612 milioni da parte di Cai, cioè della «nuova Alitalia». Altri pagamenti ci saranno entro settembre per 120 milioni circa. Risultato: fatti salvi i lavoratori che hanno ottenuto lo scivolo della cassa integrazio­ne per dieci anni, almeno 1,2 miliardi di euro di debiti non saranno pagati: «Il contraccol­po più grosso lo hanno subìto i fornitori chirografa­ri medio piccoli: hanno perso quasi tutto», spiega Brancadoro.

La liquidazio­ne della vecchia Alitalia è un’operazione complessa. Le code non risolte sono soprattutt­o all’estero: «Stiamo cercando di recuperare dei soldi in Nigeria e in Venezuela ma la situazione dei Paesi rende difficile intervenir­e; abbiamo un contenzios­o con il fondo pensioni giapponese, un altro in Brasile per il trasporto cargo, cause a Londra con i vecchi dipendenti locali». Le ultime sedi da chiudere: Algeria, Argentina, India, Inghilterr­a, Libia, Marocco, Nigeria, Senegal, Turchia, Siria. E non è ancora concluso un contenzios­o contro Eni, Esso, Kuwait, Shell, Tamoil e Total per gli extra costi sul carburante: la richiesta totale di danni è di circa 300 milioni. Ma chissà quando sarà risolto.

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