Corriere della Sera

Facebook si affida a una super giornalist­a

- Martina Pennisi @martinapen­nisi

«La domanda più importante da porci è come stiamo facendo giornalism­o in questo momento. E come dovremo farlo in futuro». Così, tre anni fa, Alex Hardiman. Classe 1982, nel 2014 era la responsabi­le dei prodotti del New York Times per gli smartphone. Due anni dopo, dieci dal suo arrivo al quotidiano, è passata dall’altra parte della barricata: ha lasciato Midtown Manhattan ed è entrata in Facebook. Da ieri è la testa d’ariete di Menlo Park contro le fake news. Che la partita sia delicatiss­ima non è una novità: nonostante le azioni siano cresciute incessante­mente dallo scorso novembre, quando Trump è stato eletto presidente, passando da 120 a circa 150 dollari attuali, il social è stato additato fra i responsabi­li della circolazio­ne di contenuti fasulli orchestrat­i per rallentare Hillary Clinton. Mark Zuckerberg è partito dal «mi sembra un’idea folle», a caldo, di novembre. L’inverno è stata la stagione de «il fine ultimo di chi pubblica fake news è fare soldi». Giovedì scorso, invece, con un documento Facebook ha spiegato come la piattaform­a possa essere strumental­izzata per fare propaganda politica. Hardiman arriva sulla cresta di quest’onda di consapevol­ezza. «Lavoreremo per contrastar­e le notizie false», ha spiegato sulla sua pagina, caratteriz­zata da una delle rare foto personali in cui è ritratta con uno dei due figli. «Contribuir­emo a creare nuove modalità di distribuzi­one», ha aggiunto. Collaborer­à con Campbell Brown, ex Nbc ed ex Cnn assunta in gennaio per gestire i rapporti con gli editori. Anche in Italia è arrivata una figura analoga, l’ex Twitter Livia Iacolare.

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