Corriere della Sera

La scelta di Matilde: risparmio tempo e benzina

- L. Sal.

La conversion­e è arrivata in Vaticano. Matilde Atorino stava lavorando come restauratr­ice alla Galleria delle carte geografich­e, il lungo corridoio dei Musei Vaticani che porta verso la Cappella Sistina. «Partivo da casa in motorino, svicolando tra le macchine sul Lungotever­e. Non proprio il massimo per iniziare la giornata». Poi, l’illuminazi­one. «C’era un mio collega che veniva in bici. Chiacchier­ando mi ha convinto a fare come lui. Da allora non ho più smesso di pedalare».

All’inizio è stata una questione di risparmio. «Da casa mia a Testaccio — racconta — con lo scooter ci mettevo 20 minuti. Con la bici scendevo a 15. Sembra poco ma non lo è. E poi, solo di benzina, avevo calcolato una minor spesa di quasi 600 euro l’anno». Così Matilde, che oggi ha 36 anni, è diventata una ciclista quotidiana «con una vita migliore di prima». Obiezione: ma la bicicletta è un mezzo un po’ fighetto, se lo può permettere solo chi lavora vicino a casa? «Certo, non tutti possono andare in bici. Ma tutti possiamo usare meno la macchina». Per lei non è solo una questione personale ma anche di business. Da qualche mese ha lasciato il suo lavoro di restauratr­ice. E ha lanciato bikenbike, una piattaform­a social per l’acquisto di viaggi in bicicletta. Una specie di blablacar a pedali che mette in contatto chi cerca compagnia per un viaggio con chi lo offre, semplici privati e operatori del settore. «L’idea è nata da un’esigenza personale: mi è capitato di voler fare un viaggio e non avere qualcuno con cui dividerlo. Ho capito che non ero la sola. E mi sono buttata». Anche questo è un pezzo di bike economy.

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