Corriere della Sera

Fiera del look senza regole

- Di Michela Mantovan

Mimetica Madonna con abito Moschino

Avete presente il bar di Guerre Stellari, dove le più incredibil­i creature della Galassia si incontrano per bere qualche drink spaziale e fare affari (loschi) interstell­ari? Ecco, il Gala del Met di New York faceva quell’effetto. Voluto, per carità, visto che il tema dell’edizione 2017 della benefica fiera delle vanità era l’Avanguardi­a e la stilista da celebrare la giapponese Rei Kawakubo. Però stavolta, più di qualunque altra, la passerella degli Oscar della moda è apparsa bizzarra, eccentrica. Extraterre­stre. E non stiamo parlando di Katy Perry, ipnotica (e forse ipnotizzat­a) in abito rosso futurista con specchiett­i retrovisor­i in testa. Lei è fatta così. E nemmeno di Helen, moglie icona di Pharrell Williams, paralizzat­a in un abito-pupazzo senza maniche firmato appunto Kawakubo: la coppia è da sempre una vera lobby dell’amore ai tempi del fashion.

Non ce l’abbiamo neanche con Rihanna, in Comme de Garçons, avvolta in una nuvola di petali sartoriali e issata su sandali con lacci alla coscia rosso fuoco. Tanto meno con la calotta argentea sulla testa di Cara Delevingne, metallico occhio di Medusa, o con l’ag- Pantera Bella Hadid in tuta Alexander Wang «Blindate» Pharrell Williams con la moglie Helen nell’abito-pupazzo di Rei Kawakubo. A destra, Rihanna «petalosa» in Comme des Garçons Argentea La calotta d’argento di Cara Delevingne, con un completo Chanel brities mondiale dopo il «caso cellulite» e il conseguent­e abbandono dei 100 mila follower crudeli. Oppure dello smoking con serpente cobra, avanguardi­stico di sicuro. La domanda è: chi e come ha convinto il classiciss­imo Roger Federer a metterselo? E chi riuscirà invece a convincere Madonna, aria cattiva, a togliersi l’abito da battaglia camouflato firmato Moschino? Sarà il tentativo mimetico o forse il sorriso con dentatura metallica, di certo incontrand­ola fuori dal Schiena nuda Gisele Bündchen

Met l’istinto di sopravvive­nza avrebbe indotto molti di noi a consegnarl­e borsetta e chiavi della macchina per poi scappare urlando.

La domanda delle domande ha una sola risposta: dietro queste diavolerie c’è quel diavolo di Anna Wintour, direttore di Vogue, ricordate?, quella del «maglioncin­o ceruleo» che tutte/i indossiamo senza sapere che sta al mondo della moda come una pallina di neve a una valanga. È lei il daimon di tutto questo, la donna alla cui chiamata nessuno, da New York a Tokyo può sottrarsi. Anna Wintour ha trasformat­o una delle molte passerelle del mondo in un evento unico, all’incrocio tra una slot machine e una macchina crea-celebrità. Tema della serata, avanguardi­a a parte, era la dualità — tra moda/anti moda, alto/basso, design/ non design e vestiti/non vestiti. Tutto, in pratica. A conferma che l’eleganza altro non è che la figlia secchiona della moda.

Ultima notazione: una delle foto più apprezzate, tra le migliaia di scatti, è stata quella di Kyle Jenner, che ha radunato una dozzina di celebritie­s sue simili in bagno e ha fatto un super selfie allo specchio. Avranno voluto dirci qualcosa? E, se così fosse, siamo certi di volerlo sapere?

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