Fiera del look senza regole
Mimetica Madonna con abito Moschino
Avete presente il bar di Guerre Stellari, dove le più incredibili creature della Galassia si incontrano per bere qualche drink spaziale e fare affari (loschi) interstellari? Ecco, il Gala del Met di New York faceva quell’effetto. Voluto, per carità, visto che il tema dell’edizione 2017 della benefica fiera delle vanità era l’Avanguardia e la stilista da celebrare la giapponese Rei Kawakubo. Però stavolta, più di qualunque altra, la passerella degli Oscar della moda è apparsa bizzarra, eccentrica. Extraterrestre. E non stiamo parlando di Katy Perry, ipnotica (e forse ipnotizzata) in abito rosso futurista con specchietti retrovisori in testa. Lei è fatta così. E nemmeno di Helen, moglie icona di Pharrell Williams, paralizzata in un abito-pupazzo senza maniche firmato appunto Kawakubo: la coppia è da sempre una vera lobby dell’amore ai tempi del fashion.
Non ce l’abbiamo neanche con Rihanna, in Comme de Garçons, avvolta in una nuvola di petali sartoriali e issata su sandali con lacci alla coscia rosso fuoco. Tanto meno con la calotta argentea sulla testa di Cara Delevingne, metallico occhio di Medusa, o con l’ag- Pantera Bella Hadid in tuta Alexander Wang «Blindate» Pharrell Williams con la moglie Helen nell’abito-pupazzo di Rei Kawakubo. A destra, Rihanna «petalosa» in Comme des Garçons Argentea La calotta d’argento di Cara Delevingne, con un completo Chanel brities mondiale dopo il «caso cellulite» e il conseguente abbandono dei 100 mila follower crudeli. Oppure dello smoking con serpente cobra, avanguardistico di sicuro. La domanda è: chi e come ha convinto il classicissimo Roger Federer a metterselo? E chi riuscirà invece a convincere Madonna, aria cattiva, a togliersi l’abito da battaglia camouflato firmato Moschino? Sarà il tentativo mimetico o forse il sorriso con dentatura metallica, di certo incontrandola fuori dal Schiena nuda Gisele Bündchen
Met l’istinto di sopravvivenza avrebbe indotto molti di noi a consegnarle borsetta e chiavi della macchina per poi scappare urlando.
La domanda delle domande ha una sola risposta: dietro queste diavolerie c’è quel diavolo di Anna Wintour, direttore di Vogue, ricordate?, quella del «maglioncino ceruleo» che tutte/i indossiamo senza sapere che sta al mondo della moda come una pallina di neve a una valanga. È lei il daimon di tutto questo, la donna alla cui chiamata nessuno, da New York a Tokyo può sottrarsi. Anna Wintour ha trasformato una delle molte passerelle del mondo in un evento unico, all’incrocio tra una slot machine e una macchina crea-celebrità. Tema della serata, avanguardia a parte, era la dualità — tra moda/anti moda, alto/basso, design/ non design e vestiti/non vestiti. Tutto, in pratica. A conferma che l’eleganza altro non è che la figlia secchiona della moda.
Ultima notazione: una delle foto più apprezzate, tra le migliaia di scatti, è stata quella di Kyle Jenner, che ha radunato una dozzina di celebrities sue simili in bagno e ha fatto un super selfie allo specchio. Avranno voluto dirci qualcosa? E, se così fosse, siamo certi di volerlo sapere?