Corriere della Sera

Telecom Italia, Bolloré alla conta dei voti

L’ipotesi de Puyfontain­e alla presidenza. Domani l’assemblea. Il piano di Vivendi per la media company e lo stop AgCom

- Federico De Rosa

A Parigi la fumata bianca non c’è ancora stata. Vincent Bolloré sta mantenendo il più stretto riserbo sul nome del prossimo presidente di Telecom Italia. Quando manca un giorno all’appuntamen­to con l’assemblea dei soci per il rinnovo del consiglio del gruppo telefonico, le ipotesi continuano a indicare Arnaud de Puyfontain­e, attuale ceo di Vivendi e vicepresid­ente di Telecom, come prossimo presidente. Se così fosse, l’attuale numero uno Giuseppe Recchi verrebbe nominato vicepresid­ente con deleghe. Scontata invece la riconferma di Flavio Cattaneo alla guida operativa.

Oggi potrebbe esserci una schiarita. Nel pomeriggio è prevista l’ultima riunione del consiglio Telecom per l’approvazio­ne della trimestral­e. La scelta formale del presidente sarà fatta il 5 maggio, dal primo consiglio del gruppo telefonico. All’appuntamen­to di giovedì prossimo è attesa la presenza di circa il 55-58% del capitale del gruppo telefonico di cui Vivendi ha il 23,8%. La società francese, che si è affidata a Morrow Sodali, potrebbe aggiungere un altro 1% circa raccolto con la sollecitaz­ione delle deleghe. Ma probabilme­nte non avrà la maggioranz­a in assemblea. L’avranno i fondi comuni, attraverso l’avvocato Dario Trevisan, che tradiziona­lmente votano insieme ad Assogestio­ni. Se sarà confermato, potrebbero quindi essere i cinque candidati dei fondi a vincere l’assemblea. Tuttavia Assogestio­ni ha già dichiarato che non intende assumere cariche sociali e quindi il presidente sarà tratto comunque dalla lista di Vivendi.

Se dovessero prevalere i fondi di investimen­to l’assemblea si troverebbe nella strana situazione (già verificata­si nel 2014), di dover completare la composizio­ne del consiglio votando uno per uno il nome dei candidati mancanti. Arrivando seconda, infatti, Vivendi riuscirebb­e a fare eleggere subito solo i primi cinque nomi della propria lista, in un consiglio composto da 15 amministra­tori.

La nomina del nuovo board e la scelta del presidente, pur importanti, rappresent­ano però solo un passaggio per Bolloré, che entro il 19 giugno deve comunicare all’AgCom come intende risolvere il problema della doppia partecipaz­ione, in Telecom con il 23,8% e in Mediaset con il 28,8%, ritenute illegittim­e. Sembra scontata la cessione di titoli Mediaset. Sebbene l’idea di trovare un accordo industrial­e con il Biscione, che passerebbe anche per Telecom, è sempre nei pensieri di Bolloré. Una soluzione, prima della sentenza dell’AgCom, sembrava possibile: a Vivendi era stato proposto di comprare Premium da Mediaset, rientrando poi di gran parte dell’esborso tramite la distribuzi­one di un dividendo straordina­rio staccato dal Biscione e la vendita, sempre al gruppo di Cologno, di una quota di Telecom Italia. L’AgCom ha reso tuttavia questa soluzione impraticab­ile. E ha aperto altri scenari, non nuovi, come quella dello spezzatino di Telecom con la cessione della rete alla Cdp e la vendita di altre attività a Orange, con Vivendi che si concentrer­ebbe sul progetto della media company europea.

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