Perché le vecchie tasse non piacciono a Airbnb
La prima tassa della storia fu quella sull’olio da cottura imposta nell’Egitto dei Faraoni. Ma furono gli antichi romani a comprendere che, in una società globalizzata, il cuore del Fisco risiedeva nel trasporto di merci dentro e fuori i confini dell’Impero: a loro si deve i primi dazi doganali su import ed export, chiamato portoria. Fu sempre su un dazio, quello del sale, che Gandhi riuscì a battere l’impero britannico. E, da imprenditore, il tema è chiaro al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, la cui trumpeconomy si basa proprio su muri e dazi anche se in chiave antiglobalizzazione. Oggi il problema non è diverso rispetto al tempo dei portoria: è solo reso molto più complicato dall’utilizzo della Rete. Il caso della cosiddetta tassa Airbnb introdotta nella “manovrina” del governo Gentiloni ne è una dimostrazione: il portale è, di fatto, un servizio venduto dalla California a chi vuole affittare il proprio appartamento per periodi limitati, un ammortizzatore sociale di stampo privatistico come vuole la nuova narrativa della sharing economy. La cedolare secca per gli affitti brevi era già prevista. La novità è che le piattaforme dovrebbero fare da sostituto d’imposta. In questo modo Airbnb incassa la tassa per lo Stato e la versa nelle casse pubbliche. Sembra un perfetto connubio tra il vecchio Stato e la nuova economia della condivisione, capace con un solo colpo di riequilibrare quell’immagine di chiusura al dialogo economico che è emersa dallo stop quasi definitivo a Uber da parte dei giudici. Airbnb si è lamentata apertamente della novità: non sarebbe disposta a fornire i nomi dei propri clienti al Fisco per questioni di privacy. Un concetto che non esiste: quando nasciamo riceviamo un codice fiscale, non solo in Italia. Se qualcuno affitta un appartamento deve essere monitorato dall’Agenzia delle Entrate, altrimenti è un evasore. In realtà Airbnb, che ha nell’Italia il suo terzo mercato al mondo, dovrebbe ringraziare il legislatore perché solo una società strutturata sarà capace di adempiere all’obbligo di fare da sostituto d’imposta. Mettiamo, in altre parole, che oggi tre ragazzi italiani abbiano l’idea per creare un più moderno Airbnb. Con questa norma la morte nella culla della startup sarebbe certa. Airbnb, come Uber, ha potuto proliferare grazie alla deregulation. Oggi che è grande dovrebbe ringraziare: la regolamentazione sarà una barriera d’entrata per gli altri concorrenti. È questo il lato debole della norma.