Maturità Juve per zittire i principini
Allegri: «Monaco squadra verticale Per arrivare in finale dovremo fare due partite giuste: da non ripetere gli errori commessi con l’Atalanta» Champions In questa semifinale bianconeri favoriti La sfida tra il collaudato Dybala e il 18enne Mbappé
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Neanche in Costa Azzurra si può avere uno straccio di primavera. Così Massimiliano Allegri si stringe nella giacca per ripararsi dall’aria fredda e dopo una brevissima passeggiata sull’erba del piccolo stadio Luigi II batte in ritirata. Niente a che vedere con la rispettosa camminata in punta di piedi al Camp Nou, che contiene oltre cinque volte i 18.000 spettatori dello stadio del Monaco. Ma anche la Juve è diversa e arriva a questa semifinale con una consapevolezza serena e una maturità che difficilmente le farà sottovalutare un avversario meno ridondante, ma comunque pericoloso. La gioventù incosciente del Monaco, incarnata dal 18enne Mbappé che ha fatto 18 gol nelle ultime 18 partite, rappresenta la grande sorpresa di questa Champions League. Ma anche la solida maturità dimostrata dalla Juventus di Dybala nella doppia sfida col Barcellona ha lasciato il segno.
Tra i bianconeri e la seconda finale in tre anni, c’è di mezzo una squadra giovane e talentuosa che finora non ha mostrato particolari segni di stanchezza, nonostante abbia giocato 8 volte più della Juventus in stagione. Tottenham, Cska Mosca, Leverkusen e soprattutto l’allegra coppia Manchester City & Borussia Dortmund sono state travolte soprattutto in contropiede: anche per questo sarà curioso vedere che partita imposterà la Juve — se di attesa o di attacco subito aggressivo — contro un avversario arrivato fin qui con un possesso palla medio piuttosto basso, del 46%.
«Verticale» è l’aggettivo che Massimiliano Allegri spende per il Monaco «che ha ottimi giocatori ed è molto diverso da due anni fa». Allora la squadra del portoghese Jardim, ai quarti di finale, fu quella che più di tutte mise in difficoltà la Juventus (qualificata grazie a un rigore discusso di Vidal all’andata) sulla strada per la finale di Berlino. «Sono completamente diversi da allora — spiega Max — . Segnano molto di più adesso, ma prima davano una sensazione di essere parecchio più solidi. Abbiamo grande rispetto per il Monaco e per arrivare in finale sappiamo che dovremo giocare due partite giuste. Perché contro di loro è molto complicato. Non hanno mai perso in casa? Speriamo sia la prima volta. Di certo non dobbiamo fare come nel primo tempo a Bergamo contro l’Atalanta, quando ci siamo allungati per 80 metri. In quel caso potremo avere difficoltà».
Le risposte di Allegri sono quasi più telegrafiche del solito. Per la sua Juve è un ulteriore esame, perché vincere da favoriti è diverso. E le serate migliori dell’ultimo triennio i bianconeri le hanno quasi sempre vissute quando si presentavano come outsider. Ma adesso è venuto il momento di prendersi tutte le responsabilità che il nuovo status post Barcellona comporta.
L’unica novità rispetto al Camp Nou e al sistema base che oggi sarà messo sotto stress soprattutto sulle fasce, è l’assenza di Khedira, squalificato, rimpiazzato da Marchisio, ovvero 13 chili e 9 centimetri in meno. Contro una squadra capace di cambiare marcia all’improvviso, non è detto che sia uno svantaggio: «Perdiamo chili ma guadagniamo in movimento — sottolinea Allegri — Claudio è in buona condizione, ed è un giocatore che abbiamo riacquistato». Ma di principini o aspiranti tali qui c’è un certo traffico.