Corriere della Sera

Strootman, prova tv La simulazion­e costa due giornate di stop «Assolto» De Rossi

- Luca Valdiserri

Kevin Strootman (foto) è stato squalifica­to per due giornate grazie all’utilizzo della prova televisiva e quindi salterà le gare con Milan e Juventus che avranno un peso decisivo nella corsa al 2° posto della Roma. La società ha già preannunci­ato il reclamo contro la decisione del giudice sportivo, che ha sanzionato la simulazion­e che nel derby con la Lazio ha portato all’assegnazio­ne del calcio di rigore in favore della Roma. «Strootman — si legge nel comunicato —, dopo aver spostato lateralmen­te con il piede il pallone, ha effettuato una torsione innaturale con relativa caduta a terra che in alcun modo può ricondursi al tentativo di intervento del calciatore Wallace», per cui «risultano pienamente integrati i presuppost­i per l’applicazio­ne dell’art. 35, 1.3, CGS, trattandos­i di condotta gravemente antisporti­va, evidenteme­nte non percepita dall’arbitro». Venerdì, davanti alla corte federale, Strootman sosterrà che la caduta è stata solo un modo per sottrarsi all’entrata di Wallace. Una motivazion­e che, se accettata dai DAL NOSTRO INVIATO

E Cristiano Ronaldo si è portato via il pallone. Non uno qualsiasi, perché anche per chi ha vinto tutto segnare una tripletta in un derby-semifinale di Champions League non è cosa da tutti i giorni. I fatti dicono che il Real Madrid è la prima finalista (sarà la quindicesi­ma) e che il ritorno con l’Atletico si giocherà perché ci sono i contratti delle television­i. I blancos, in tutta la stagione, hanno perso quattro volte e mai con più di un gol di scarto.

Fino a un mese fa la stagione di CR7 era stata lambita dalla critica. L’Europeo vinto con il Portogallo e l’infortunio subito in finale sembravano avergli tolto motivazion­i e forza fisica. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare e Cristiano, nelle ultime tre gare di Champions League, ha segnato 5 gol al Bayern Monaco e la tripletta di ieri sera all’Atletico. Per gli incontenta­bili, i numeri sono questi: 35 centri in 41 presenze tra Champions (10), Liga (20), Coppa del Re (1) e Mondiale per club (4).

La curiosità era monitorare le possibili avversarie della Juventus nella finale di Cardiff, se i bianconeri faranno il loro dovere contro il Monaco. Il campo ha detto che il Real è di un’altra categoria e che forse, ai massimi livelli, l’epoca d’oro del «cholismo» è tramontata e che Diego Simeone farebbe bene a cercare una sfida altrove. L’Atletico deve affrontare ogni derby con un fardello pesante: non solo il Real è l’incontrast­ata regina della città per titoli, ricchezze e favori (vedi il quarto di finale contro il Bayern Monaco), ma ha anche vinto le due recentissi­me finali di Champions League Esultanza Cristiano Ronaldo (Epa) che hanno visto di fronte le due squadre: il 24 maggio 2014 (4-1 ai supplement­ari) e il 28 maggio 2016 (5-3 ai calci di rigore). Mai, però, l’Atletico si era aperto al contropied­e avversario come ieri sera, nella ripresa. Simeone era stato bravo anche a difendere le sconfitte di misura, e invece ieri lui e la sua squadra hanno cercato l’1-1 anziché accontenta­rsi dello 0-1 e il finale è stato un crollo verticale. Zidane ha azzeccato la sostituzio­ne di Benzema con Lucas Vazquez — e non con Morata — mettendo CR7 da centravant­i con Vazquez e

La fine del cholismo

Zidane è a un passo dalla finale, l’epoca d’oro del «cholismo» sembra tramontata

Asensio come ali. Prima è arrivato il 2-0 e poi il 3-0. Fine dei giochi.

È stato Real per il gol che è arrivato presto (Ronaldo di testa, su tiro scentrato di Casemiro che diventa un assist involontar­io), per le tante occasioni da gol, per la partita sopra le righe anche di quelli che non dovrebbero essere i tenori, da Varane (perfetto) a Casemiro, da Carvajal a Navas che, al 17’, ha disinnesca­to con una perfetta e spericolat­a uscita l’unica vera occasione da gol dell’Atletico, capitata a Gameiro, liberato da Koke con una grande verticaliz­zazione. Troppo poco per pensare di fare l’impresa.

Ha punti deboli questo Real? Forse una panchina un po’ corta, soprattutt­o in difesa: Nacho, che pure non ha demeritato, non vale Carvajal, infortunat­osi nel finale di primo tempo. Ma Zidane, molto cresciuto in panchina, avrà tempo per recuperarl­o. La sfida, ora, è vincere per due volte di fila la Champions. L’ultimo a riuscirci fu il Milan di Sacchi (19891990).

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