Strootman, prova tv La simulazione costa due giornate di stop «Assolto» De Rossi
Kevin Strootman (foto) è stato squalificato per due giornate grazie all’utilizzo della prova televisiva e quindi salterà le gare con Milan e Juventus che avranno un peso decisivo nella corsa al 2° posto della Roma. La società ha già preannunciato il reclamo contro la decisione del giudice sportivo, che ha sanzionato la simulazione che nel derby con la Lazio ha portato all’assegnazione del calcio di rigore in favore della Roma. «Strootman — si legge nel comunicato —, dopo aver spostato lateralmente con il piede il pallone, ha effettuato una torsione innaturale con relativa caduta a terra che in alcun modo può ricondursi al tentativo di intervento del calciatore Wallace», per cui «risultano pienamente integrati i presupposti per l’applicazione dell’art. 35, 1.3, CGS, trattandosi di condotta gravemente antisportiva, evidentemente non percepita dall’arbitro». Venerdì, davanti alla corte federale, Strootman sosterrà che la caduta è stata solo un modo per sottrarsi all’entrata di Wallace. Una motivazione che, se accettata dai DAL NOSTRO INVIATO
E Cristiano Ronaldo si è portato via il pallone. Non uno qualsiasi, perché anche per chi ha vinto tutto segnare una tripletta in un derby-semifinale di Champions League non è cosa da tutti i giorni. I fatti dicono che il Real Madrid è la prima finalista (sarà la quindicesima) e che il ritorno con l’Atletico si giocherà perché ci sono i contratti delle televisioni. I blancos, in tutta la stagione, hanno perso quattro volte e mai con più di un gol di scarto.
Fino a un mese fa la stagione di CR7 era stata lambita dalla critica. L’Europeo vinto con il Portogallo e l’infortunio subito in finale sembravano avergli tolto motivazioni e forza fisica. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare e Cristiano, nelle ultime tre gare di Champions League, ha segnato 5 gol al Bayern Monaco e la tripletta di ieri sera all’Atletico. Per gli incontentabili, i numeri sono questi: 35 centri in 41 presenze tra Champions (10), Liga (20), Coppa del Re (1) e Mondiale per club (4).
La curiosità era monitorare le possibili avversarie della Juventus nella finale di Cardiff, se i bianconeri faranno il loro dovere contro il Monaco. Il campo ha detto che il Real è di un’altra categoria e che forse, ai massimi livelli, l’epoca d’oro del «cholismo» è tramontata e che Diego Simeone farebbe bene a cercare una sfida altrove. L’Atletico deve affrontare ogni derby con un fardello pesante: non solo il Real è l’incontrastata regina della città per titoli, ricchezze e favori (vedi il quarto di finale contro il Bayern Monaco), ma ha anche vinto le due recentissime finali di Champions League Esultanza Cristiano Ronaldo (Epa) che hanno visto di fronte le due squadre: il 24 maggio 2014 (4-1 ai supplementari) e il 28 maggio 2016 (5-3 ai calci di rigore). Mai, però, l’Atletico si era aperto al contropiede avversario come ieri sera, nella ripresa. Simeone era stato bravo anche a difendere le sconfitte di misura, e invece ieri lui e la sua squadra hanno cercato l’1-1 anziché accontentarsi dello 0-1 e il finale è stato un crollo verticale. Zidane ha azzeccato la sostituzione di Benzema con Lucas Vazquez — e non con Morata — mettendo CR7 da centravanti con Vazquez e
La fine del cholismo
Zidane è a un passo dalla finale, l’epoca d’oro del «cholismo» sembra tramontata
Asensio come ali. Prima è arrivato il 2-0 e poi il 3-0. Fine dei giochi.
È stato Real per il gol che è arrivato presto (Ronaldo di testa, su tiro scentrato di Casemiro che diventa un assist involontario), per le tante occasioni da gol, per la partita sopra le righe anche di quelli che non dovrebbero essere i tenori, da Varane (perfetto) a Casemiro, da Carvajal a Navas che, al 17’, ha disinnescato con una perfetta e spericolata uscita l’unica vera occasione da gol dell’Atletico, capitata a Gameiro, liberato da Koke con una grande verticalizzazione. Troppo poco per pensare di fare l’impresa.
Ha punti deboli questo Real? Forse una panchina un po’ corta, soprattutto in difesa: Nacho, che pure non ha demeritato, non vale Carvajal, infortunatosi nel finale di primo tempo. Ma Zidane, molto cresciuto in panchina, avrà tempo per recuperarlo. La sfida, ora, è vincere per due volte di fila la Champions. L’ultimo a riuscirci fu il Milan di Sacchi (19891990).