La Juve vince a Monaco Ora la finale è più vicina
Champions Grande vittoria fuori casa, la finale contro il Real Madrid ora è più vicina Due gol dell’argentino, impresa della Juve Sconfitto il Monaco, Buffon insuperabile
MONTECARLO Il Cobra è spietato. Due morsi, uno per tempo e il Monaco dei ragazzi terribili si sbriciola. È la notte della Juve, ma soprattutto del suo principe. Gonzalo Higuain si prende la Champions, che sino adesso gli aveva voltato le spalle, con una doppietta formidabile: un diagonale imprendibile nel cuore del primo tempo, una deviazione sotto misura a mezz’ora dalla fine. In entrambi i casi l’assist, il primo addirittura di tacco, portano la firma di Dani Alves. Il Pipita rompe l’incantesimo, tornando a segnare in Europa cinque mesi dopo l’ultima volta. Valeva la pena aspettare così tanto. Una doppietta che trascina la Juve verso Cardiff e consente al centravanti di impossessarsi del ruolo di giocatore letale e determinante anche fuori dai confini nazionali. Con un Higuain così lo scatenato Cristiano Ronaldo e il Real Madrid fanno meno paura. Perché è chiaro che il viaggio in Galles il 3 giugno è già prenotato. La Juve, nel suo fortino, non è squadra da lasciarsi sfuggire un’occasione così. E lo capiscono in fretta anche i tifosi del Monaco, che fischiano disperatamente l’argentino dallo sguardo truce quando Allegri lo richiama in panchina a un quarto d’ora dalla fine.
La missione è compiuta. Non c’è solo Gonzalo a illuminare la scena. La notte da principi regala una serie di preziose conferme: Buffon è ancora insuperabile e con lui la difesa di ferro, che dopo aver anestetizzato gli assi del Barcellona, manda in bianco una squadra da 150 gol in stagione e allunga l’imbattibilità a 621 minuti. E che dire di Dani Alves, tornato quello di Barcellona? Dybala tra le linee si conferma immarcabile e anche Marchisio, sostituto dello squalificato Khedira, gioca una partita sontuosa. La Juve ha tutto: la forza del talento e della squadra.
Nel piccolo e malandato stadiolo del Principato Allegri sorprende scegliendo una squadra più conservativa: fuori Cuadrado, dentro Barzagli terzino destro in una difesa mobile, spesso a quattro, a volte a tre con Dani Alves avanzato sulla linea dei centrocampisti. I bianconeri hanno un buon impatto sulla partita: giro palla veloce, baricentro alto, Pjanic regista ispirato. Il Monaco lascia volentieri l’iniziativa ai rivali abbassandosi dietro
due linee flessibili. Poi, quasi all’improvviso, si scatena con una serie di incendiarie ripartenze. Buffon para d’istinto la deviazione al volo dello scatenato Mbappé dopo un cross teso da destra di Dirar e si fa trovare pronto anche sul colpo di testa di Falcao che sovrasta Barzagli.
Sembra l’inizio di una notte di sofferenza. E invece si scatena Higuain, il cui inizio era stato un po’ svagato. Ma al momento buono i grandi giocatori lasciano il segno: il destro con cui rompe l’equilibrio alla mezz’ora del primo tempo è una sentenza.
Il Monaco subisce il colpo. I francesi si spengono, perdono brio e vigore, mantengono il controllo del pallone, ma non riescono più a verticalizzare. Mbappé, che per dieci minuti aveva messo a soqquadro la difesa bianconera, torna sulla terra; Bernardo Silva non trova lo spazio per i soliti inserimenti centrali e si perde. La squadra si allunga, lo stadio si zittisce.
Nella ripresa i francesi riprendono a martellare, ma è un’illusione, un fuoco di paglia. Buffon stoppa Falcao e Higuain chiude i conti con un perfetto inserimento e un gol in scivolata che fa venire il mal di testa a Glik a cui tornano gli incubi di tanti derby. La partita finisce qui. Il Monaco è bello, però leggerino, inconsistente, sbriciolato da una squadra che ha forza, talento e una grande determinazione. La finale, la seconda in tre anni, è dietro l’angolo. Il triplete come l’Inter di Mourinho una magnifica suggestione.