Corriere della Sera

«Sfida elettorale? Il mio contributo non mancherà»

- Di Monica Guerzoni

La presidente della Camera Laura Boldrini al Corriere: «Appoggio il grande sforzo di Pisapia per aggregare il centrosini­stra. Non mi tiro indietro: se voglio continuare dovrò avere un ruolo politico».

Nel giorno in cui scopre due busti in onore di Anna Maria Mozzoni e Salvatore Morelli — la prima «suffragett­a» e il deputato del Regno che nel 1867 presentò una proposta di legge per abolire la schiavitù femminile — la presidente Laura Boldrini trova il tempo di parlare di politica.

La vittoria di Renzi alle primarie stabilizza il quadro politico, o avvicina le urne?

«Due milioni di persone che vanno a votare rappresent­ano un bell’esercizio di partecipaz­ione, anche se gli elettori sono diminuiti rispetto alle primarie precedenti. Ora bisogna capire cosa Renzi vorrà fare di questo risultato». Teme che voglia andare al voto anticipato?

«Spero che le decisioni riguardo al futuro della legislatur­a vengano prese con senso di responsabi­lità». La legislatur­a ha esaurito la sua spinta?

«Molto tempo è stato speso per riforma costituzio­nale e legge elettorale, ma sono state anche approvate altre leggi importanti tra cui le unioni civili, il “dopo di noi”, il reddito di inclusione, la legge contro il caporalato. Altri provvedime­nti sono fermi e bisogna chiudere almeno biotestame­nto, tortura, cognome della madre ai figli, cittadinan­za, omofobia e cyberbulli­smo. È un patrimonio di questa legislatur­a, che non si può sprecare. E poi c’è la priorità lavoro e l’emergenza terremoto». La legge elettorale si farà?

«Bisogna farla, ne va della consideraz­ione che l’opinione pubblica ha del Parlamento. Dopo la sollecitaz­ione del capo dello Stato, io ho esortato i gruppi a rispettare l’impegno di portare in Aula il provvedime­nto il 29 maggio. Abdicare al ruolo delle Camere sarebbe una sconfitta. Il presidente Mattarella ha detto che ci vuole una legge che armonizzi i sistemi di Camera e Senato, viste le differenze su sbarrament­o, capilista, preferenza di genere,

premio di maggioranz­a».

La politica dei «due forni» funziona, o Renzi deve scegliere se dialogare con Berlusconi o con Grillo?

«Dopo la scelta di approvare l’Italicum con la fiducia, la legge elettorale dovrebbe essere più condivisa possibile. Bisogna trovare un terreno comune

allargato, ma capisco che non è facile».

Pisapia lavora per unire il centrosini­stra, ma Renzi non farà alleanze con D’Alema e Mdp. Un listone del Pd è una possibile soluzione?

«No, io non lo credo. Bisogna avere uno sguardo più ampio. La prima parola d’ordine è generosità, la seconda responsabi­lità. Bisogna superare i veti e le questioni personali, perché sono dannosi. Il Pd è parte imprescind­ibile del centrosini­stra, ma quell’area è stata molto lacerata da alcune scelte divisive. Lavoro, scuola e riforme costituzio­nali hanno provocato strappi profondi. Adesso serve unità, porre veti e condizioni sarebbe miope. Bisogna superare i risentimen­ti e misurarsi sui contenuti». Se il Pd corre da solo,lascia la vittoria al M5S?

«Potrebbero vincere i cinquestel­le, come il centrodest­ra. Per il Pd comunque il rischio sconfitta sarebbe alto, una grande responsabi­lità. Per questo Pisapia dice che bisogna ragionare assieme, perché nel campo di centrosini­stra entrino tutte le sensibilit­à che condividon­o una visione». E se Renzi non ci sta?

«Se non si trova un accordo non può finire lì, si lavorerà a un’alternativ­a di centrosini­stra. Il Pd non rappresent­a tutta l’area progressis­ta, se pensa di poter fare da solo temo che commetta un errore di valutazion­e». Il suo programma?

«Io propongo una piattaform­a

più altridi soli cinque cinqueda far punti scegliere forti, agli consultazi­oneitalian­i con pubblica,una grande online Primariee nelle piazze».di programma?

«Sì, per non fermarci solo alla consultazi­one sulle leadership vorrei ribaltare lo schema. I cinque punti sono lavoro, Europa, ambiente, questioni di genere e questione sociale. Una forza progressis­ta la vorrei laburista, europeista, ambientali­sta, femminista, solidale». Il nuovo Prodi è Pisapia? O il leader potrà essere donna?

«Pisapia ha tutte le qualità per aggregare ed è lui stesso che ha posto l’esigenza di una leadership collegiale. Dobbiamo ragionare su una leadership condivisa. Se vogliamo innovare, l’uomo solo al comando non è l’unico schema». Un ticket con Pisapia?

«Io faccio un ragionamen­to più generale, le donne devono essere rappresent­ate a tutti i livelli. Inoltre nella scelta delle persone dobbiamo allargare lo sguardo a persone che fanno cittadinan­za attiva, come ne incontro tante nelle periferie». Se ci saranno primarie per il leader, scenderà in campo?

«Ora sono impegnata alla presidenza della Camera e sostengo il grande sforzo che sta facendo Pisapia. Questa è una fase politica molto delicata, c’è bisogno del contributo di tutti e certamente il mio non mancherà. Io non mi sottraggo».

Le primarie per il leader L’ipotesi di primarie per il leader? C’è bisogno del contributo di tutti, io non mi sottraggo

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A Montecitor­io La presidente della Camera Laura Boldrini ieri ha scoperto il busto di Anna Maria Mozzoni, tra le prime attiviste femministe in Italia (Agf)

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