Corriere della Sera

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- Francesco Di Frischia

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Il governo non vuole lo «spezzatino» e sta cercando qualcuno che compri Alitalia tutta insieme. Intanto ieri si sono riuniti per la prima volta i tre commissari, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, che dovranno provare a risanare l’azienda e renderla appetibile sul mercato.

Secondo il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, «entro 15 giorni ci sarà un’apertura a manifestaz­ione di interesse» da parte di eventuali acquirenti. Di certo «non vi è dubbio che l’idea di gestire la compagnia da Abu Dhabi (sede di Etihad, che detiene il 49% di azioni Alitalia) sia stato un grave errore». Comunque, a conti fatti, i 600 milioni di prestito ponte erogato dallo Stato per evitare di lasciare gli aerei a terra, hanno evitato guai peggiori perché un potenziale compratore potrebbe imporre tagli ancora più drastici di quelli chiesti dal precedente piano industrial­e. Questo «è uno dei rischi potenziali», ammette il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ai microfoni di Uno Mattina. La flotta di proprietà Aerei di proprietà in locazione finanziari­a Attività di manutenzio­ne presso terzi (flotta in leasing)

Valore delle partecipaz­ioni di imprese controllat­e e collegate

Che contesta al management di non avere aumentato i voli sul lungo raggio e di avere «mantenuto un orizzonte sbagliato, molto italiano, pensando così di difendersi dalle low cost - precisa -. Ma noi non potevamo fare protezioni­smo».

Parole condivise da Calenda: i 600 milioni «sono un male necessario, inevitabil­e - fa notare - perché mettere gli aerei a terra dalla sera alla mattina costerebbe molto di più a contribuen­ti». Anche perché gli italiani dal 2008 a oggi a causa delle ripetute crisi dell’aviolinea «hanno già pagato 8 miliardi». A chi gli chiede un commento sul progetto di Matteo Renzi per rilanciare l’Alitalia, Calenda risponde dai microfoni di “Radio Anch’io”: «Qualunque idea è benvenuta, tanto più se arriva dal segretario del partito di maggioranz­a del governo: la cosa importante è che tenga conto che serve un’alleanza con una grande compagnia internazio­nale». Replicando nel question time alla Camera ai deputati Davide Crippa e Paolo Romano (entrambi M5S), Calenda dice che «i commissari adotterann­o doverosame­nte ogni iniziativa eventualme­nte necessaria anche con riferiment­o allo specifico tema della responsabi­lità degli organi sociali».

Da Unicredit, una delle banche azioniste di Alitalia, è stato annunciato che uno dei tre commissari, Enrico Laghi, si è dimesso «con effetto immediato» dalla carica di componente del collegio sindacale della banca con una lettera spedita il 2 maggio al presidente Giuseppe Vita. A motivare la decisione «crescenti impegni profession­ali».Inoltre lo stesso Laghi, che è anche commissari­o straordina­rio dell’Ilva di Taranto, si è dimesso anche da Midco e Cai lo scorso 26 aprile.

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