Padoan: disuguaglianze, vanno ridotte
Cresce la distanza tra ricchi e poveri. Un solco profondo che evidenzia, secondo Pier Carlo Padoan, l’aumento delle diseguaglianze. «Non è solo un male in sé, ma diminuisce anche la crescita e la coesione sociale e condiziona il welfare, oltre a influenzare profondamente le politiche economiche, perché alcuni cercano di approfittarsene», dice il ministro dell’Economia, intervenendo alla lectio magistralis del premio Nobel, Joseph Stiglitz, a La Sapienza di Roma. Padoan cita alcuni esempi per riassumere l’evoluzione del dibattito sul fronte della disuguaglianza. Il punto di partenza è la consapevolezza a livello internazionale, in seno cioè ai G7 e ai G20, di stabilire come «obiettivo dichiarato una crescita forte e sostenibile, ma anche inclusiva». Una leva indicata dal ministro per diminuire il gap tra chi sta bene e coloro che stanno ancora male è la lotta all’evasione fiscale. Un altro esempio segnalato è la necessità di «creare a livello europeo una maggiore coesione sociale, perché la condivisione del rischio a livello comunitario deve
Pier Carlo Padoan, 67 anni, è ministro dell’Economia e delle Finanze
accompagnare la riduzione del rischio che avviene a livello nazionale», ricorda Padoan. Nel contrasto alle diseguaglianze il titolare di Via XX Settembre rivendica, inoltre, l’introduzione nel Def (Documento economia e finanza) del nuovo indice di benessere, ossia un parametro che ha «pari dignità a quello della crescita del Prodotto interno lordo». L’aumento della diseguaglianza è il tema centrale dell’intervento di Stiglitz, che indica Italia, Stati Uniti e Gran Bretagna come i paesi avanzati dove le distanze sociali in termini di reddito e accesso al benessere sono cresciute di più. «Il mondo sta diventando più efficiente nel creare diseguaglianze. Negli ultimi 30 anni sono aumentate in quasi tutti i paesi sviluppati». L’economista segnala l’esempio dei top manager delle grandi società che guadagnano «300 volte quello che guadagnano i loro operai.Vi diranno che si tratta di un salarioincentivo. Ma è solo una bugia».