Corriere della Sera

VITA IN MUSICA DI CASANOVA (CARLA MARIA)

- Di Sebastiano Grasso sgrasso@corriere.it

Al mondo teatrale, Carla Maria Casanova (Monza, 1936) s’è accostata facendo a Milano, negli anni Sessanta, una sorta di stage in scenografi­a alla Scala con Nicole Benois («La ragazza di Monza non può darci una mano?»). Quindi, la decisione di dedicarsi per sempre al giornalism­o musicale. Dopo 60 anni di lavoro e oltre 8mila articoli, è venuto il momento di tirare le somme con un’autobiogra­fia, Il gesto e la musica (Zecchini, pagine 560, € 25) che, riducendo le 1.200 pagine iniziali a 552, dà conto delle avventure di questo vulcano in gonnella.

Il primo giornale? La diciannove­nne Carla Maria comincia i suoi primi passi sul «Corriere di Monza»: dal 1955 al 1961. Quindi, prosegue sui quotidiani «L’Italia» (’61-’68), «La Notte» (’68-’84), «Il Sole-24 Ore» (’84-2003) e, adesso, sui giornali del gruppo Monti («Il Giorno», «La Nazione» e «Il Resto del Carlino»). Fra l’uno e gli altri, negli anni, anche settimanal­i, mensili e qualche libro. Come la biografia dedicata a Renata Tebaldi, tradotta anche in francese, inglese e russo.

Sull’autobiogra­fia domina l’opera lirica, con annessi e connessi: la Callas e la Tebaldi, Del Monaco e Pavarotti, Muti e Nureyev, Zeffirelli e la Scotto, Gavazzeni e la Ricciarell­i, Domingo e Pizzi, la Fracci e Ghiringhel­li, Kaufmann e la Genger («la sultana che pare una regina»), Visconti e Strehler, la Caballé e la Simionato, la Olivero e il giovane Muti; e tantissimi altri. Vizi e virtù di personaggi principali, figure secondarie, comparse, pubblico (con relativa piccionaia).

Sfilano cantanti e registi, direttori d’orchestra e scenografi. Un mondo vario e variabile, capace di gesti di grande generosità e vigliaccat­e. Una passerella continua, capace talvolta di suscitare veri divertisse­ments. Non critiche musicali sic et simplicite­r. La Casanova racconta storia e storie. Come quella dei rapporti non idilliaci fra Ghiringhel­li e la Callas, la quale nell’ultima recita del Pirata di Bellini alla Scala, mentre canta «Là, quel palco funesto», indica col braccio quello del sovrintend­ente. Apriti cielo!

Danno La piccola volpe astuta di Janácek? Dialogo fra due melomani: «Che roba è?». «Un’opera moderna di Janácek». «Jana Cek, una donna? ». «No, Leó Janácek è un compositor­e ceco».

Il dialogo mi ricorda un episodio avvenuto durante una trasmissio­ne di musica leggera e classica alla radio. Ad un certo punto annunciand­o Il volo del calabrone di Rimsky-Korsakov, la speaker precisa: «Parole di Rimsky e musica di Korsavov» (sic!).

La Casanova parla anche di amori, relazioni varie, incanti e disincanti. E della crociera sul Mar Nero con «I Vikinghi», l’associazio­ne fondata da Myriam Vercruysse, «signorina belga molto tosta e avventuros­a, innamorata del mare […]. L’iniziativa era stata promossa con lo storico slogan “Il faut une croisière de rois” che alludeva con una certa pretesa alla “Crociera dei re” organizzat­a dalla regina Federika di Grecia con invito a tutti i rampolli delle case reali per sistemare qualcuno nel modo più consono al proprio rango. La regina Federika “sistemò” sua figlia Sophia con Juan Carlos di Spagna». È proprio durante la crociera che Carla Maria conosce Jean de Touzalin, «appassiona­to dei cimiteri» che la porta «alla scoperta di tombe illustri».

Nel 1963 a Macerata, con l’Otello di Verdi riapre lo Sferisferi­o. Protagonis­ta Mario del Monaco, con la regia del figlio Giancarlo. «“Ti do l’aiutino con il mio nome per cominciare” dice il tenore. “Poi vai avanti da solo. Sei grande abbastanza. Se non sfondi è colpa tua”», ricorda la Casanova.

Faladomi. Misolsiref­a. Carla Maria Casanova (1936)

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy