Corriere della Sera

IL FUTURO È IN TAVOLA

L’appuntamen­to A Milano torna Tuttofood. Ieri un summit di 120 specialist­i con sette tavoli ha affrontato i problemi legati al cibo. Per mantenere la promessa fatta da Expo. E andare oltre SCAMBI DI IDEE E DI COMPETENZE PER BATTERE LA MALNUTRIZI­ONE

- di Stefano Landi

Iricercato­ri apparecchi­ano i tavoli, dosando nel piatto le idee che l’onda lunga di Expo ha seminato sulla città. Inizia il tetris delle sedie per far sedere i 120 invitati alle sette tavole rotonde che la Fondazione Feltrinell­i ha organizzat­o per fare il tagliando alla Carta di Milano sui temi della nutrizione e della sostenibil­ità ambientale. Perché come dice Salvatore Veca, che di quella dichiarazi­one d’intenti è il coordinato­re scientific­o, «quello era un punto di partenza, oggi inizia il cammino vero attraverso il confronto dei diversi tipi di pratiche individual­i».

Prendersi tre ore per trovare attraverso l’incontro delle proprie esperienze una ricetta da consegnare al futuro. Arrivano rappresent­anti di imprese, piccole e grandi, fino alle multinazio­nali. Esponenti della ricerca tecnica o applicata, importanti pezzi di società civile. Ci sono giovani, ma anche capelli bianchi. C’è chi si è prenotato un posto al tavolo della Biodiversi­tà, chi a quello dell’Innovazion­e. Chi è invitato a quello dello Spreco, chi a quello della Convivenza. C’è chi prima di trovare la propria sedia fa il giro dei tavoli, poi si presenta: come ai matrimoni.

Ai lati della Fondazione, le vetrate si affacciano sul traffico della Milano «mai coi man in man». Dentro si parla di cibo: non quello spettacola­rizzato da impiattame­nti in favore di telecamera. Ma di quella risorsa che nasconde un’infinità di altre storie. L’idea è di non fermarsi al concetto di cibo come bene comune, ma di andare oltre e trovare una soluzione condivisa. E vincere la sfida collettiva della povertà, con 200 milioni di persone che oggi si svegliano senza avere nulla da mangiare. Per questo Fondazione Feltrinell­i pubblicher­à i report dei tavoli. E soprattutt­o, come ha promesso il sindaco di Milano Beppe Sala, questo sarà un laboratori­o da cui ripartire fra un anno nella prossima edizione della neonata Food Week.

Ogni tavola rotonda ha la sua scaletta: il ricercator­e di turno detta tempi e temi per ottimizzar­e i minuti. «Abbiamo voluto creare la massima entropia ai tavoli, per contenuti, ma anche per età, per gagrande rantire anche una sostenibil­ità generazion­ale. Avere aperto una discussion­e a cui partecipa un po’ di tutto e differenzi­are le eccellenze è la sola chiave per centrare l’obiettivo finale» racconta Luca Tricarico, ricercator­e del Politecnic­o di Milano. Dopo un paio di giri di idee, si arriva al momento di sintesi, con l’analisi delle migliori pratiche. «Il futuro passa dall’incrocio tra diverse competenze e questa è una occasione per fondere conoscenze e iniziare a comporre un nuovo mosaico. Per mantenere le promesse fatte durante Expo» spiega Massimilia­no Tarantino, segretario generale della Fondazione Feltrinell­i, prima di dare il via libera alla discussion­e.

Il problema pratico può essere quello del volume. Ognuno degli ospiti interviene a intervalli regolari, non tutti hanno voci da tenori. Anche per non disturbare il dibattito della sedia accanto.

Si parte sottovoce, si finisce in un crescendo figlio dell’orgoglio e della consapevol­ezza con cui ognuno condivide la sua storia. Si inizia parlando al singolare, si finisce al plurale. C’è un concetto però che si eleva come comune denominato­re dal brusio di chiacchier­e della sala: non si può più accettare che malnutrizi­one e spreco alimentare contraddis­tinguano la nostra mappa sociale.

Per qualcuno, il parallelo con la Leopolda renziana viene quasi naturale, se non altro per l’architettu­ra e la dinamica del pomeriggio. Ma non c’è tanta politica: difficile che si punti il dito contro qualcuno. Meglio alzare lo sguardo, a costo di sembrare visionari, per guardare lontano. E alzarsi da tavola con la mente piena, consapevol­i di aver raggiunto un punto d’incontro. C’è da aggiustare un sistema alimentare con ancora troppe falle. Un futuro diverso è possibile: basta intanto cambiare la dieta collettiva per il benessere di domani.

 ??  ?? Quotidiani­tà Nigeria, Lagos. Una cliente in un sabato pomeriggio a Shotprite, una famosa catena di supermerca­ti di proprietà sudafrican­a, Ikeja City Mall. (© Robin Hammond/ NOOR)
Quotidiani­tà Nigeria, Lagos. Una cliente in un sabato pomeriggio a Shotprite, una famosa catena di supermerca­ti di proprietà sudafrican­a, Ikeja City Mall. (© Robin Hammond/ NOOR)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy