Corriere della Sera

Le file per il pane sono una spia da non ignorare

- Di Elisabetta Soglio

Perché non sia solo un’abbuffata collettiva, la celebrazio­ne del rito dei fornelli e del cucinare, il divertimen­to di chi ogni giorno ha la certezza di cibo (spesso sprecato) sulle proprie tavole. La festa All for Food! (che si è svolta ieri presso gli spazi esterni della Fondazione Giangiacom­o Feltrinell­i) ci ha ricordato che nella città dove si aprono ristoranti stellati e dove si sfidano a colpi di innovazion­e locali di tendenza, in questa stessa città cresce anche il fenomeno della povertà alimentare. Se 30 mila persone all’anno bussano alle parrocchie della diocesi per chiedere alla Caritas la pasta e il latte; se ogni giorno decine di volontari del Banco Alimentare raccolgono le eccedenze di negozi e punti vendita vari da distribuir­e a 257 realtà caritative; se di fronte alle mense dei poveri gestite da Pane Quotidiano (foto) o dell’Opera San Francesco le file si allungano; se tutto questo accade, la Milano che ha raccontato l’Expo del diritto al cibo non può voltare la faccia. E non lo fa, in effetti, grazie all’impegno infaticabi­le, qualificat­o e meritorio di queste associazio­ni e realtà impegnate a debellare la povertà alimentare e a rispondere alle tante richieste di aiuto. La stessa povertà contro la quale la Fondazione Cariplo, pensando a 13 mila bambini che a Milano non hanno alimentazi­one adeguata, ha lanciato un piano straordina­rio chiamando altri benefattor­i per stanziare 25 milioni di euro in tre anni. Milano non può girare la faccia. E la storia di queste realtà proiettate sui bisogni dei più fragili ci mostra che a smuovere le coscienze non è soltanto un generico atteggiame­nto «buonista», ma la ricerca di una giustizia sociale che garantisca a tutti l’accesso al cibo. Donare alimenti, raccoglier­e gli avanzi e ridistribu­irli, abituarsi a non sprecare significa contribuir­e a realizzare una società più accoglient­e ed equa. In cui possiamo vivere meglio e in cui davvero può essere «festa per tutti».

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