Bach e i vertici del Cio travolti dalla bufera
Soldi sospetti al presidente, Hickey e Coates in bilico
Più facile rimuovere una pesantissima statua di marmo dal piedistallo che un notabile (compromesso sul piano etico o penale) dallo scranno di membro del Cio. Il Comitato Olimpico è ipergarantista: nulla fa decadere automaticamente i potenti dello sport mondiale. Eppure qualcosa sta cambiando anche nei palazzi di Losanna dove, nelle prossime settimane, potrebbero mutare gli equilibri di potere, mettendo in crisi il presidente Thomas Bach e il suo progetto inedito (e che rischia di spaccare il Cio e scontentare le città candidate) di assegnare contemporaneamente, Vertici Li Han, con Fassone e Mirabelli olimpiche, detiene un altro record: uno stipendio «sportivo» di 700 mila euro l’anno, irrobustito da svariate consulenze. Il super salario (tenuto rigorosamente riservato) è stato svelato dall’ex giocatrice di hockey Danni Roche, che sabato prossimo cercherà di soffiare la poltrona a Coates con la promessa di ridursi lo stipendio del 600%. Il suo successo determinerebbe l’immediata decadenza di Coates dal Cio. La campagna elettorale è così tesa che il comitato australiano ha chiamato a garanti del ballottaggio degli advisor stranieri.
Se i suoi delfini se la passano male, Thomas Bach non sta benissimo. Il settimanale tedesco Der Spiegel rivela che il presidentissimo del Cio avrebbe ricevuto compensi per 125 mila euro dal 2005 al 2010 (quando era già vicepresidente e membro del comitato esecutivo) per consulenze internazionali al colosso industriale Ferrostaal. Un ruolo di ambasciatore a pagamento poco compatibile con i suoi incarichi internazionali. Der Spiegel ha pubblicato i contratti. Bach per ora non ha replicato.