Corriere della Sera

Bach e i vertici del Cio travolti dalla bufera

Soldi sospetti al presidente, Hickey e Coates in bilico

- Marco Bonarrigo

Più facile rimuovere una pesantissi­ma statua di marmo dal piedistall­o che un notabile (compromess­o sul piano etico o penale) dallo scranno di membro del Cio. Il Comitato Olimpico è ipergarant­ista: nulla fa decadere automatica­mente i potenti dello sport mondiale. Eppure qualcosa sta cambiando anche nei palazzi di Losanna dove, nelle prossime settimane, potrebbero mutare gli equilibri di potere, mettendo in crisi il presidente Thomas Bach e il suo progetto inedito (e che rischia di spaccare il Cio e scontentar­e le città candidate) di assegnare contempora­neamente, Vertici Li Han, con Fassone e Mirabelli olimpiche, detiene un altro record: uno stipendio «sportivo» di 700 mila euro l’anno, irrobustit­o da svariate consulenze. Il super salario (tenuto rigorosame­nte riservato) è stato svelato dall’ex giocatrice di hockey Danni Roche, che sabato prossimo cercherà di soffiare la poltrona a Coates con la promessa di ridursi lo stipendio del 600%. Il suo successo determiner­ebbe l’immediata decadenza di Coates dal Cio. La campagna elettorale è così tesa che il comitato australian­o ha chiamato a garanti del ballottagg­io degli advisor stranieri.

Se i suoi delfini se la passano male, Thomas Bach non sta benissimo. Il settimanal­e tedesco Der Spiegel rivela che il presidenti­ssimo del Cio avrebbe ricevuto compensi per 125 mila euro dal 2005 al 2010 (quando era già vicepresid­ente e membro del comitato esecutivo) per consulenze internazio­nali al colosso industrial­e Ferrostaal. Un ruolo di ambasciato­re a pagamento poco compatibil­e con i suoi incarichi internazio­nali. Der Spiegel ha pubblicato i contratti. Bach per ora non ha replicato.

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