Corriere della Sera

Pd, Orfini verso il bis. Tensioni con Orlando

Diffusi i dati ufficiali delle primarie. Lite renziani-minoranze sulla direzione: al leader 104 posti su 140

- Monica Guerzoni

Non sarà una donna, il presidente del Pd. E non sarà un esponente delle opposizion­i. Matteo Renzi è determinat­o a riconferma­re il fedelissim­o Matteo Orfini, rinunciand­o a offrire la poltrona dell’ex reggente alle minoranze come ruolo di garanzia. Una scelta che scontenta l’area di Andrea Orlando. «È un passo indietro rispetto all’apertura che il segretario aveva fatto», lamentano i parlamenta­ri vicini al Guardasigi­lli. E si interrogan­o su quale spazio avranno mai nel «nuovo» Pd.

Per il vicesegret­ario rispunta lo schema a due punte, con Maurizio Martina a rappresent­are la sinistra e Lorenzo Guerini — il quale non smania per entrare al governo — a guidare la macchina del partito. Domenica in assemblea Renzi svelerà la linea. Correre al voto? Franceschi­ni vede le elezioni «lontane come prima», perché «se viene eletto un segretario che sostiene il governo, il governo è rafforzato». Su Rai2 a Night Tabloid il ministro smentisce possibili «inciuci» con Berlusconi: «Io non voglio fare nessun governissi­mo. Faccio solo un ragionamen­to aritmetico».

In commission­e nazionale congresso i dem hanno litigato fino a notte, anche sui decimali. E ieri, a quattro giorni dalle primarie, il Pd ha finalmente diffuso i risultati ufficiali. I rapporti di forza non cambiano. Gli elettori sono stati 1.838.938 e i voti validi 1.817.412, un milione in meno rispetto al 2013. Renzi perde un punto, ma conferma la vittoria con il 69,17%. Orlando manca di uno zero virgola il traguardo del venti per cento e si ferma al 19,96. Emiliano agguanta la doppia cifra (10,87).

Numeri che in assemblea nazionale consegnano al segretario 700 delegati contro i 212 del Guardasigi­lli e gli 88 del presidente della Puglia. Maggioranz­a «bulgara» anche in direzione, vera cabina di regia . Emiliano avrà 12 delegati, Orlando 24 e l’ex premier 84, più venti di diritto da lui scelti: ed è per questo che si litiga. Dai dati definitivi si scopre che all’estero hanno votato 11.538 persone e che il boom dei votanti al Sud è ancora più netto. Rispetto ai dati provvisori la Calabria cresce di 11 mila schede, la Puglia di ottomila, la Campania di seimila.

L’Istituto Cattaneo conferma l’invecchiam­ento del popolo delle primarie e ne deduce che l’«effetto Renzi» sull’elettorato giovanile si è esaurito. Sul voto a Ercolano la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo e de Magistris attacca: «Pagina vergognosa». Il dem Carbone assicura che la commission­e indagherà a fondo: «Solo due degli immigrati sono in attesa di permesso di soggiorno, gli altri 49 lo hanno e potevano votare».

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