Corriere della Sera

«Obamacare, la riforma è morta» La vittoria di Trump alla Camera

Trattative tese, repubblica­ni divisi. I deputati approvano la legge, ma ora tocca al Senato

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Otto miliardi di dollari; 217 deputati. Sono i due numeri, finanziari e politici, che hanno consentito a Donald Trump di sbloccare la riforma sanitaria. Nel pomeriggio di ieri la Camera dei rappresent­anti ha approvato la legge che sostituirà l’Obamacare, introdotta nel 2010. Hanno votato a favore 217 parlamenta­ri contro 212. Ecco il tabellone finale. I deputati repubblica­ni sono 238: 20 di loro hanno detto «no» e uno si è astenuto. Chiaro il significat­o politico: nel partito conservato­re rimangono ampie e insidiose zone di dissenso che torneranno in gioco quando il provvedime­nto passerà all’esame del Senato. La trattativa interna è stata sfibrante e talmente incerta che Trump ha seguito in diretta tv fino all’ultimo il dibattito a Capitol Hill, esultando alla fine: «L’Obamacare è stata una catastrofe, ora è morta».

La Casa Bianca è intervenut­a aggiungend­o altri 8 miliardi di dollari come sussidio per i cittadini con malattie pregresse o in corso: i più difficili da assicurare. Ma è possibile che Trump debba mettere in conto altri fondi per facilitare il via libera anche del Senato.

La «Trumpcare» cancella dal sistema la parola più detestata dai repubblica­ni: «obbligator­ia». Si spezza il percorso giuridico-culturale cominciato da Barack Obama: la tutela della salute non è più un diritto universale, ma torna un’opzione gestita dai cittadini. Nessuno sarà più costretto a sottoscriv­ere una polizza, pena il pagamento di una penale. Cancellata anche l’incombenza per le aziende con più di 50 dipendenti, tenute a provvedere alla copertura sanitaria dei propri lavoratori, condividen­done i costi almeno nella misura del 50%. Cambia anche lo schema di sussidi e di crediti di imposta governativ­i che fin qui hanno aiutato soprattutt­o le famiglie con figli al di sotto dei 26 anni. L’amministra­zione concederà crediti di imposta ai singoli individui e solo in base all’età e al reddito.

In queste cifre c’è l’essenza ideologica della manovra repubblica­na: liberalizz­are il mercato delle polizze; sgravare le imprese da ogni adempiment­o; favorire i guadagni più alti o le giovani generazion­i con buoni impieghi. I contraccol­pi sono pesanti per altre fasce della popolazion­e: i lavoratori dipendenti, le famiglie numerose con redditi medio-bassi. Trump e i repubblica­ni sono convinti che la liberalizz­azione porterà più concorrenz­a e quindi le quote dei premi assicurati­vi scenderann­o. I democratic­i, invece, temono che le società perderanno molti clienti e pertanto aumenteran­no le tariffe.

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