Corriere della Sera

ALLARME NEONAZISTI NELL’ESERCITO TEDESCO SERVE PIÙ CONTROLLO

- di Danilo Taino @danilotain­o © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Germania sta sottovalut­ando la minaccia neonazista? In questi giorni il Paese se lo sta chiedendo seriamente. Tutto sommato, i militanti neri che mostrano le svastiche sono pochi. Il sospetto, però, è che parecchi di loro si siano infiltrati nella Bundeswehr — le forze armate federali — e abbiano costituito un network: non ancora una quinta colonna ma una presenza comunque minacciosa. Al punto che sta mettendo sotto pressione la ministra della Difesa Ursula von der Leyen. Statistich­e sul numero di neonazi in divisa non ce ne sono: non sempre si palesano. Negli ultimi tempi, però, una serie di casi ha portato alla luce una realtà sottovalut­ata. L’ultimo episodio è il più incredibil­e. Franco A., un luogotenen­te impiegato nella brigata franco-tedesca, aveva una doppia vita: quella ufficiale nella Bundeswehr e una da «privato» nella quale si spacciava per profugo siriano (nel dicembre scorso aveva ottenuto lo status di rifugiato di guerra) e sotto questo cappello stava progettand­o un attentato la cui responsabi­lità, nei suoi piani, avrebbe poi dovuto ricadere sugli immigrati. Il caso ha fatto onde alte: delle opinioni politiche di Franco A. le gerarchie sapevano dal 2014; al momento nelle forze armate tedesche sono aperte 275 inchieste per sospetto estremismo di destra; in Germania nazismo e militari costituisc­ono una coppia esplosiva. Frau von der Leyen ha pesantemen­te criticato «l’attitudine e i problemi di leadership» delle gerarchie, citando casi di violenze e di abusi sessuali (le donne sono quasi il 12% dei militari). I vertici delle forze armate si sono sentiti offesi — in una fase in cui sono impegnati in operazioni all’estero, inoltre con bilanci risicati — e sono andati pubblici con le loro controcrit­iche. A causa della crisi, la ministra ha dovuto rinunciare a un viaggio in America. La Germania si sta accorgendo che in forze armate profession­ali (la leva è finita nel 2011) il controllo democratic­o è più difficile. Ma più necessario.

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