Corriere della Sera

«Da giovane ho vissuto come un cavallo pazzo Poi mio figlio mi ha chiesto: “Eri una pornostar?”»

- Di Valerio Cappelli

«li vivo tuttora, sono come il veleno, frutto della paura. Basta parlarmi due minuti perché svaniscano come neve al sole». Non è riuscita nello spettacolo: il cinismo del cinema, intanto spogliati, le dicevano. Ha provato la tv, il suo passato usciva dalla porta e rientrava dalla finestra. L’ambiente pornografi­co... «Scanzonato all’inizio, tutti giovani con gli ormoni a mille. Si è rivelato un mondo dark, scuro, quasi gotico. Era brutto vedere le ragazze dell’Est costrette al sesso estremo sei ore di seguito per un capriccio del regista, con una scena guadagnava­no la paga di un anno a Budapest. Lo squallore, la droga... Ma circola anche nella tv dove c’è più ipocrisia che nell’hard. Ho fatto tutto alla luce del sole. Avevo un contratto capestro, gli ultimi tempi sono stati una tortura, la trasgressi­one era diventata un lavoro odioso. Ho dovuto fare film quando volevo smettere, cercando di costruire ciò che ho sempre desiderato, una famiglia. Rocco Siffredi? Era violento. Ho avuto un flirt con un attore porno turco, bellissimo». un suo debito, e si è volatilizz­ato. Prima ancora il mio secondo marito è scomparso a un anno dalle nozze con una sua giovane allieva di yoga». Qualcuno voleva Selen, e stava con Luce. «C’è chi mi chiedeva di vedere i miei film mentre facevamo l’amore. Ma non ti basto io? Sono qua davanti a te».

Quando nel 2003 le chiedemmo, per uno spettacolo di teatro sulle orme di Marilyn Monroe, cos’è la trasgressi­one, lei disse con un sorriso malizioso: mangiare un profiterol­e. Oggi non trova una risposta, non sa nemmeno cos’è, la trasgressi­one. «Non è che a 50 anni non abbia desiderio sessuale, ho giovani corteggiat­ori romantici, ma credo che resterò single a lungo. Devo trovare la persona giusta, che mi rispetti, che pensi al mio benessere, che creda nella mia ricerca esoterica, nella mia dimensione spirituale. Ho scoperto lo sciamanesi­mo come guarigione del corpo, dell’anima e della mente. Non ne sarei uscita con le mie sole forze. Ciò che conta per me è crescere bene il mio cucciolo Gabriele. Gli ho detto che avrei voluto dargli un padre, non ne ho bisogno, mi basti tu, mi ha detto. E’ stato come un lasciapass­are, mi ha guarita». Le hanno proposto di interpreta­re una suora in un musical. Ha detto no, era troppo anche per la sua seconda vita. Come si sente? «Cristallin­a, luminosa. Sono la rappresent­azione del mio nome», Luce, una donna che è stata sempre se stessa.

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