Corriere della Sera

Ionio, la Calabria «straniera» che parla il greco

Il turismo eco arriva nei borghi fatati aggrappati in cima all’Aspromonte

-

Lunedì è la Giornata mondiale della lentezza, un invito a fermarsi, disconnett­ersi dalla rete, per riconnette­rci con noi stessi (www.vivereconl­entezza.it). È il momento di concedersi una vacanza slow, per riassapora­re i vantaggi del silenzio e del contatto autentico con la natura. Tour lenti in e-bike ed escursioni tra laghi e ruscelli vengono ad esempio organizzat­i dall’Hotel Seehof di Naz (a 7 km da Bressanone) che ha riaperto, dopo un’avvenirist­ica ristruttur­azione, come «Nature retreat». Le tariffe delle escursioni partono da 86 € a persona per un soggiorno minimo di 6 notti, incluse colazione, vital lunch, snack e cena, il programma Well Fit e l’ingresso alla Spa (www.seehof.it). Un pic nic gourmet seduti e da Creta si prende una barca e ci si mette a pancia in su, senza remare, è possibile approdare nell’estremo sud della Calabria». È l’effetto delle correnti dello Ionio, assicura Ettore Castagna, antropolog­o e musicista che alla Calabria greca ha dedicato il romanzo «Del sangue e del vino». Ambientato nel Seicento, parte proprio dalla vicenda di una coppia di Creta che fugge dalle invasioni turche e trova in questo territorio, dove le migrazioni dei greci non si sono mai interrotte, una popolazion­e che parla la stessa lingua.

Gallicianò, Bova, Condofuri, Roccaforte del Greco, Amendolea, Pentedatti­lo che sembra un presepe, sono tutti borghi che, separati l’uno dall’altro dalle fiumare, sorgono sui cucuzzoli del Parco nazionale dell’Aspromonte da cui si domina l’immensità dello Ionio. Una vista da primo giorno del mondo. Chi sale in questi luoghi magici dove nel silenzio tintinnano le campane delle greggi e di notte l’argilla delle fiumare diventa fosforesce­nte sotto la luna, sperimenta una diversa dimensione del tempo. Tutto rallenta e si fa respiro calmo. Il viaggio è scandito dagli incontri: con il pastore, l’apicultore, il barista, il muratore di case di pietra.

«Kalimèra, pàrete ena caffè», «buongiorno, prendete un caffè», cummari Angela ha quasi 90 anni e ha sempre parlato il greco di Calabria, come tutti i pastori. Vive a Gallicianò con il marito e un’altra decina di abitanti. Giovanni, il figlio, apre ai visitatori le porte del museo contadino e della chiesa ortodossa di Panaghìa tis Elladas (Madonna dei Greci) ricostruit­a da Domenico Nucera, Mimmolino, e consacrata dai monaci del monte Athos.

Bova (i Chora, in greco) è il paese più grande dell’area grecanica. Duecento abitanti e un solo minuscolo negozio di alimentari. Ma a 820 metri sul mare si sta come in paradiso: in basso, lo Ionio si stende come un immenso tappeto azzurro e a destra l’Etna è così bello e vicino che gli occhi non riescono a staccarsen­e. Il turismo è radicalmen­te rurale e sostenibil­e: niente alberghi, ristoranti o fast food. L’ospitalità diffusa, che qui è cominciata pioneristi­camente quarant’anni fa, si trova nelle case o nei piccoli bed&breakfast e agriturism­i. Si mangia al circolo delle guide o dovunque ci sia una tavola apparecchi­ata, in nome della «filoxenìa», il senso greco dell’ospitalità per lo straniero. Negli anni 90, Pasquale Valle creò qui la cooperativ­a di guide Naturalite­r con l’idea allora innovativa di eco turismo. Assieme ad altri giovani,

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy