Corriere della Sera

Manovra, sì dell’Europa: «a prima vista» bene

Lettera di Italia, Francia, Portogallo e Spagna: servono nuovi criteri per l’esame dei bilanci

- Mario Sensini

In attesa che gli Stati membri concordino una soluzione, la Commission­e Ue dovrebbe prendere atto dei grossi limiti nei metodi attuali di valutazion­e dei bilanci pubblici dei Paesi Ue. E tenerne conto già nell’esame dei conti 2017, atteso nelle prossime settimane. Il governo italiano, insieme a quelli di Francia, Spagna e Portogallo, torna a far pressione su Bruxelles per la modifica dei criteri di valutazion­e dei bilanci, e in particolar­e del deficit struttural­e, che sarebbe particolar­mente penalizzan­te per alcuni Paesi, a cominciare dal nostro.

Ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, insieme ai suoi 3 colleghi, ha scritto una lettera ai commissari Valdis Dombrovski­s e Pierre Moscovici, sottolinea­ndo il rischio che i complessi meccanismi di analisi dei conti pubblici inducano Bruxelles a dare «raccomanda­zioni» sbagliate, spesso pro-cicliche, ai Paesi membri. Il problema per l’Italia non è tanto la correzione dei conti del 2017, che secondo Dombrovski­s sarebbe centrata almeno a prima vista grazie alle misure del decreto appena varato, ma la politica di bilancio del 2018 e degli anni successivi. Seguendo i criteri attuali, l’Italia dovrebbe continuare a fare manovre correttive pesanti per portare il deficit struttural­e a zero. Secondo l’Ufficio Parlamenta­re di Bilancio servirebbe una manovra di 18 miliardi nel 2018 e di altri 12 l’anno nel ‘19 e nel ‘20.

Padoan sostiene, invece, che se le regole Ue fossero aggiornate, anche solo per tener conto dell’effetto sistemico della lunghissim­a crisi, il deficit struttural­e italiano apparirebb­e già in equilibrio. E non sarebbero necessarie altre manovre, come quella appena varata, che producono un effetto depressivo quando servirebbe più crescita. In ogni caso quella correzione «è contenuta e struttural­e» e, secondo Padoan, era necessaria per scongiurar­e la percezione di un “rischio Italia”.

I conti «sono sotto controllo, il debito si è stabilizza­to e il deficit continua a scendere» ha detto ieri il ministro promettend­o l’accelerazi­one dei rimborsi Iva per compensare l’estensione dello split payment, e aprendo alla possibilit­à di una «web tax nazionale». Per la Corte dei Conti gli spazi di recupero dall’evasione si stanno esaurendo, e in futuro occorrerà realistica­mente incidere sulle «tax expenditur­es».

 ??  ?? Ministro Pier Carlo Padoan, 67 anni, è ministro dell’Economia dal 2014, prima con Renzi ora con Gentiloni
Ministro Pier Carlo Padoan, 67 anni, è ministro dell’Economia dal 2014, prima con Renzi ora con Gentiloni

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