Pirazzi e Ruffoni fuori per doping La loro squadra rischia l’esclusione
Li seguivano, li cercavano. Li hanno beccati con un’operazione d’intelligence. Stefano Pirazzi, 30 anni, frusinate, e Nicola Ruffoni, 27 anni, bresciano, sono risultati positivi a due controlli a sorpresa eseguiti dalla federazione ciclistica internazionale (Uci) alla vigilia della corsa rosa. I due atleti dovevano schierarsi stamattina al via della gara con Bardiani-Csf, squadra al 100 per cento italiana, invitata al Giro grazie a una wild card conquistata con la vittoria in Coppa Italia. La notizia della positività è stata resa nota ieri sera, un’ora dopo la presentazione della squadra sul palco di Alghero, dove i due erano regolarmente presenti. I controlli, effettuati il 25 e 26 aprile scorsi, erano mirati: gli atleti venivano considerati «target» dal settore medico dell’Uci sulla base dell’andamento dei loro passaporti biologici e sono stati testati nel momento in cui l’assunzione era considerata più probabile. La sostanza rilevata al controllo è l’ormone della crescita (Gh), sotto forma di peptide: il farmaco agisce sull’ipotalamo per stimolare la produzione di Gh naturale ed è usato soprattutto dai culturisti per sviluppare forza e resistenza. La squadra, diretta da Bruno Reverberi, manager storico del ciclismo azzurro, si dichiara «assolutamente scioccata dalla notizia. Attendiamo i risultati degli ulteriori accertamenti e ribadiamo con fermezza l’intenzione di salvaguardare i valori che il nostro progetto sportivo ha portato avanti in questi anni».
Pirazzi, con Reverberi da sette stagioni, noto per le sue fughe da lontano, ha vinto la classifica degli scalatori al Giro del 2013 e una tappa nel 2014. Ruffoni, anche lui da sempre in Bardiani, ha conquistato due tappe del recente Giro di Croazia. Quelle registrate dai due atleti azzurri sono le prime positività in due anni da ciclisti professionisti a livello mondiale.
L’Uci ha subito comunicato che, trattandosi in contemporanea di prima e seconda infrazione al regolamento antidoping, chiederà la sospensione per un tempo compreso tra 15 e 45 giorni dell’intera squadra dall’attività, in base all’articolo 7.12 del regolamento sanitario che fa pagare al team i comportamenti illeciti dei suoi corridori. Il provvedimento può essere applicato sia al Giro d’Italia in corso che dopo la fine della gara, a insindacabile giudizio della commissione di giustizia. Quella tra le formazioni dirette da Bruno Reverberi e il doping al Giro è, purtroppo, una storia con precedenti. Nel 2008 il team, che allora si chiamava Csf-Navigare, perse l’argentino Richeze prima del via (anabolizzanti) e poi lo scalatore Emanuele Sella (epocera). ALGHERO 17 m km