Corriere della Sera

Italiano, stagionato, insuperabi­le il Muro è l’anima della Juventus

Hanno tutti dai 30 anni in su e sanno mandare in bianco i fenomeni

- Alessandro Bocci

Con gli angeli dalla faccia sporca, meglio di un’assicurazi­one sulla vita, neppure Cristiano Ronaldo fa paura. Se la Juventus ha ipotecato la finale di Champions League, la seconda negli ultimi tre anni, il merito è dei vecchiacci della difesa: dall’infinito Buffon, a un passo dai quaranta, sino all’intramonta­bile Barzagli, 36 da compiere lunedì, alla vigilia del ritorno con il Monaco, passando per Bonucci, 30 tondi, tondi e il gladiatore Chiellini, 33 ad agosto. Insieme, o a turno, hanno fatto impallidir­e gli attaccanti più forti d’Europa e dato un contributo sostanzial­e nella corsa bianconera alla coppa con le grandi orecchie. I numeri parlano chiaro. Se è stato Higuain a stendere il Monaco, sono i difensori italiani l’anima di questo gruppo che, sotto sotto, sogna di emulare l’Inter di Mourinho sino al triplete.

I numeri fanno impression­e e danno la dimensione della forza di una squadra: 621 minuti a porta chiusa, 11 partite su 13 senza subire gol, le ultime 6 consecutiv­e. Tutti hanno sbattuto sul Muro: Messi e il talentino Mbappè, il pistolero Suarez e la Tigre Falcao, senza dimenticar­e Neymar. I fantastici quattro sono l’arma in più sul campo e il punto di riferiment­o dentro lo spogliatoi­o. Anche in campionato la musica, più o meno, è la stessa: quella della Juve è la difesa più solida del torneo per distacco e anche la seconda più prolifica dopo l’Atalanta. Numeri da brividi che alimentano il dibattito: è la migliore di tutti i tempi? In attesa della risposta, che potrebbe arrivare da Cardiff dove il 3 giugno si giocherà la finale, è facile accostare il pacchetto juventino a quello, altrettant­o insuperabi­le, dell’Inter di Mourinho nell’anno del triplete o ai giganti della Nazionale campione del mondo nel 2006 con il miglior Materazzi di sempre accanto a Cannavaro e all’acciaccato ma formidabil­e Nesta.

Ai campioni di oggi i paragoni poco importano. Loro in testa hanno una magnifica ossessione: vincere. E migliorare. Senza montarsi la testa. Anche dopo aver disinnesca­to una squadra che aveva segnato quasi 150 gol in stagione e almeno tre in ogni partita a eliminazio­ne diretta, hanno qualcosa per cui non essere proprio del tutto soddisfatt­i. «In certi momenti abbiamo concesso troppo e per questo dobbiamo ringraziar­e Buffon», dice il toscanacci­o Chiellini, il più esuberante del gruppo. Barzagli è d’accordo. Gigi, il capo banda e il punto di Soltanto 2 reti subite nell’intera Champions, nessuna nelle ultime sei partite riferiment­o, ogni volta sembra più giovane e reattivo. Le sue parate sono state decisive: d’istinto su Mbappè sullo 0-0 e con grande freddezza su Falcao prima del raddoppio di Higuain. Ma era stato così anche contro il Barcellona: ricordate la prontezza con cui ha chiuso lo specchio della porta a Iniesta dentro lo Stadium? «L’importante è essere pronti al momento giusto» e detta così sembra facile. E invece non lo è. Come trovarsi a un passo dalla finale con la squadra nel miglior momento di sempre: Higuain si è sbloccato, Marchisio è tornato, Dani Alves si è ricordato cosa è capace di fare. Il Muro guida e la Juve vola. Amici, prima che compagni. Nell’arena, dal Camp Nou, al Louis II, Bonucci e soci si esaltano. La lotta è il loro pane, la Champions la prossima missione. E non è detto che sia l’ultima.

Blindatura

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy