Il Toro spaventa la Juve. Lo scudetto è rinviato
Il derby finisce 1-1: la Juve rimanda l’aggancio scudetto, il Torino vede sfuggire la vittoria Segna Ljajic, poi i rossi ad Acquah e Mihajlovic. E al 92’ arriva il gol del solito Higuain
Se fuma il sogno del Toro di vincere il derby con la Juventus. I granata, in vantaggio con Ljajic, si fanno raggiungere nel recupero da Higuain. Finisce 1-1. Polemiche per l’espulsione del torinista Acquah.
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Il colpo del Pipita, sempre lui dopo lo straordinario mercoledì di Champions, salva la Juve dalla sconfitta. Il pari nel derby, riacciuffato 2 minuti dopo il 90’, è un raggio di sole nella notte bianconera e una specie di condanna per il Toro, infilato nel recupero per il terzo anno di fila. Il pari, però, stavolta vale moltissimo al cospetto dei nobili cugini perché interrompe la striscia di 33 vittorie juventine dentro lo Stadium e costringe la capolista a rinviare i festeggiamenti per il sesto scudetto consecutivo che i bianconeri non possono più sperare di vincere stasera stando comodamente seduti in poltrona. Poco male. I festeggiamenti sono solo rinviati. Alla Juve basterà pareggiare tra una settimana all’Olimpico contro la Roma, indipendentemente dal risultato dei giallorossi stasera a San Siro contro il Milan.
Il gol decisivo, una punizione perfetta di Ljajic dopo 7 minuti del secondo tempo, cambia l’equilibrio di una partita strana che la Juve operaia, con molte riserve in campo, sino alla parabola fantastica del geniale serbo tiene sotto controllo e che poi invece fatica a rimettere in sesto. Il Toro è timido all’inizio, forse spaventato dall’effetto Stadium e coraggioso alla fine, anche quando è costretto a giocare in 10 uomini, oltre mezz’ora, per l’espulsione di Acquah già ammonito: è vero che l’intervento su Mandzukic è scomposto, ma il centrocampista prende solo il pallone. Mihajlovic, espulso pure lui, sbrocca, entra in campo, punta l’arbitro Valeri e per sua fortuna viene trattenuto. Una brutta scena che ne scatena un’altra peggiore. I tifosi della Juve urlano zingaro all’allenatore granata.
Allegri, nel marasma, cerca di non smarrire la lucidità e manda in campo l’artiglieria pesante. Prima Higuain, poi Pjanic, infine Alex Sandro. Ed è il Pipita a risolvere i guai, 2 minuti dopo il 90’ con un tiro angolato su cui Hart non è impeccabile. I suoi compagni, in precedenza, di occasioni ne avevano sprecate. Lui firma il pari che aiuterà i bianconeri a preparare meglio la sfida di ritorno con il Monaco.
La Juve, come detto, abbon- da con il turnover. Otto cambi rispetto alla trasferta nel Principato e in tutti i ruoli: Neto in porta, Benatia accanto a Bonucci, Rincon in mediana con Khedira, Sturaro sulla linea degli incursori con Mandzukic centravanti e Higuain in panchina. Nonostante il ribaltone la Juve non perde la voglia di fare la partita, anche se cala sul piano dell’intensità. Il primo tempo è di marca bianconera: Benatia colpisce la traversa di testa, Hart è bravissimo su Dybala solo davanti al portiere e sul tiro di Lichtsteiner. Il Toro, speculare ai bianconeri, ha il baricentro basso e prova a verticalizzare negli spazi, ma i tre incursori sono a disagio: Iago è fuori dal gioco, Ljajic troppo lontano dalla porta e Boyè inconcludente. Senza contare che il nuovo sistema, il 4-2-3-1 che è anche quello di riferimento della Juve, spegne l’ardore di Belotti.
Nel secondo tempo la Juve riparte, ma il Toro segna con la perfetta punizione di Adem. Il gol dà coraggio e energia ai granata e neppure la contemporanea espulsione di Acquah dal campo e Mihajlovic dalla panchina spegne gli ospiti. E’ vero che la Juve sbaglia almeno tre occasioni con Rincon, Khedira e Bonucci, ma il Toro tiene botta, risponde colpo su colpo, cerca anche il raddoppio. Una squadra viva, sino alla fine.
Allegri Troppa la frenesia per raggiungere lo scudetto Serviva più pazienza Mihajlovic Mi spiace per la reazione ma che dovevo fare? Dare un bacio all’arbitro?