Corriere della Sera

(Non) moriremo per un like in più

Rovazzi a scuola inviato delle «Iene» «Le foto a rischio? Attenti, i social generano mostri»

- Di Andrea Laffranchi

Per un selfie estremo si può anche perdere la vita. La popstar Fabio Rovazzi, inviato delle Iene nelle scuole, racconta al Corriere come un gioco può diventare tragedia.

Esercizi di ginnastica su un cornicione non protetto a 250 metri d’altezza. Abbracci romantici sulla punta di una gru sospesa nel vuoto. Video fatti sulle rotaie fuggendo un attimo prima che il treno passi. Basta digitare «extreme selfies» o «Daredevil (come il supereroe) selfies» su YouTube per finire in un mondo di follia. Per una manciata di «like» qualcuno ha perso la vita. Altro che invincibil­i.

Un mondo virtuale di follie reali che verrà raccontato da Fabio Rovazzi nella puntata di «Le Iene» in onda questa sera su Italia 1. Il tormentoni­sta di «Andiamo a comandare» è andato a Dubai — con tutti quei grattaciel­i è la terra promessa per queste sfide — a seguire le evoluzioni di Angela Nikolau e Ivan Kuznetsov, una coppia russa specializz­ata in selfie ad alto tasso di rischio, e fuori da alcune scuole medie italiane per capire un fenomeno che troppo spesso diventa disgrazia. «Sono i social ad aver generato questi mostri. Ognuno vuole essere al centro dell’attenzione — racconta Rovazzi dal più tranquillo primo piano del suo appartamen­to milanese —. Queste imprese sono i tentativi estremi di arrivare a un obiettivo che non esiste, avere “like”. Le persone pensano che avere follower cambi la vita. Ma perdere la vita per quello è da teste di...». Parole di un milionario in follower. «Il mio seguito è conseguenz­a di un lavoro che faccio al meglio. Il mio obiettivo è fare il regista cinematogr­afico, non fare numeri sui social».

Rovazzi ha seguito il team russo in un paio di blitz. Impresa rischiosa sin dall’inizio. Si tratta di violare la sicurezza degli edifici. «Fanno piani in stile Ocean’s eleven... Hanno codici per aprire porte e sbloccare ascensori. Ci sono forum in cui si scambiano le informazio­ni». Guardando il servizio si hanno i brividi, ma basterebbe la tensione del volto di Fabio. «Le immagini più forti le hanno girate loro. Io e la troupe siamo sempre stati in zone sicure: il vento e le oscillazio­ni dei grattaciel­i in quota fanno paura». Quello che preoccupa Rovazzi è l’emulazione. «La demenza sul web non deve diventare morte. Questi russi sono preparati fisicament­e, sono dei profession­isti».

Fabio ha provato a trasferire la sua preoccupaz­ione ad Angela e Ivan. «Mi hanno risposto che invitano a non rifare le loro imprese, ma di questi avvisi non ho trovato traccia. Lo fanno per business, ci sono aziende che li sponsorizz­ano». Il suo ruolo di modello positivo

Rovazzi, 23 anni, milanese, autore di video diventati virali sul web, è esploso come cantante nell’estate del 2016 con «Andiamo a comandare» seguita da «Tutto molto interessan­te» risale al «non mi fumo canne/ sono anche astemio» di «Andiamo a comandare». «Vengo da una buona famiglia, non capisco chi fa il trasgressi­vo. Ho un pubblico di ragazzini e sento le responsabi­lità. Ho visto molti personaggi del web fare le Iene costruendo servizi simpatici. Non volevo fare cazzeggio, ma qualcosa di impegnato».

Da Dubai all’Italia. La «iena» è andata a incontrare dei teenager. «È una moda tra i ragazzini, non fra i miei coetanei. Ho chiesto agli studenti di spiegare cosa fa scattare la molla e mi hanno confermato che è la caccia al “like”. Alla fine li ho convinti a gridare che i selfie estremi sono una “stronz... enorme” e che è meglio fare “foto con i gattini”».

L’esperienza con «Le Iene» lo ha divertito. «Quando ancora facevo video per le discoteche, Andrea Pellizzari mi ha chiesto di lavorare con lui per delle convention in cui era mr. Brown, l’improbabil­e insegnate di inglese lanciato proprio dalle Iene».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy