Corriere della Sera

Governo e legittima difesa agitano l’assemblea del Pd

L’Anm: c’è sfiducia nella magistratu­ra. Padoan: serve continuità per crescere Renzi avvia il suo bis. La linea: noi pensiamo solo ai bisogni della gente

- Tommaso Labate

«Fino a due giorni fa, quando giravano le barzellett­e sull’orario in cui poteva sparare, questa legge andava bene a tutti e nessuno fiatava. Adesso che abbiamo sollevato il problema, tutti hanno qualcosa da ridire». Nel «tutti» in questione, evocato dalla cerchia ristretta di Renzi a poche ore dall’assemblea nazionale, non c’è soltanto Andrea Orlando. Ma anche il presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, che ieri sera ha messo a verbale il vivo disappunto del sindacato dei magistrati su «un’iniziativa legislativ­a che nasce da una sfiducia su come i magistrati applicano le norme esistenti». Un fronte caldissimo che, nel momento in cui il segretario parlerà oggi, potrebbe riaccender­e lo scontro tra il Nazareno e la magistratu­ra.

«Noi dobbiamo pensare solo ai bisogni della gente. Se continuiam­o a farlo, cresceremo ancora», ripete a voce alta Renzi. La relazione all’Assemblea nazionale del Pd di oggi si sviluppa su due capisaldi. Nessuna impostazio­ne unitaria con l’ala sinistra del partito, confermata dal fatto che Matteo Orfini è a un millimetro dalla rielezione alla presidenza. Nessuno sconto al governo Gentiloni, per quanto il termometro del rapporto col premier — che il segretario intende citare in più di un passaggio — sia lontano dal gelo. Compulsand­o il sondaggio di Pagnoncell­i sul Corriere di ieri, in cui il Pd ha scalzato il M5S dal primo posto, Renzi ha capito che bisogna muoversi in «maniera autonoma» rispetto all’esecutivo. «Ci piace la norma sulla legittima difesa o il ddl concorrenz­a? Li votiamo. Ma se non ci piacciono, come avete visto, non stiamo zitti e buoni». Un modo per ribadire che il «suo» Pd non ha nulla a che vedere con quello di Orlando né con le mosse di Padoan né tantomeno con le strategie di Calenda.

D’altronde non è un caso, ripetono nella cerchia ristretta dei renziani ortodossi, «se siamo tornati a crescere nei sondaggi. Se il governo Gentiloni piacesse agli italiani, non avremmo nulla da dire. Se invece fa degli errori, com’è capitato col telemarket­ing, possiamo rivendicar­e la nostra autonomia rispetto al resto della maggioranz­a». In fondo, nel disegno di Renzi, c’è l’esatto contrario di quello che ha spinto Padoan a chiedere, ancora ieri, quella «continuità nell’azione di governo che è fondamenta­le per la crescita». «Noi», è il mantra del segretario, «ci muoviamo con la bussola sintonizza­ta sugli italiani». Anche se, è il sottotesto, questo vuol dire smarcarsi dall’azione dell’esecutivo.

E gli equilibri interni? Per i renziani della cerchia ristretta, il 20% di Orlando vale una manciata di posti della segreteria, che sarà varata tra due settimane. «Se poi Andrea volesse fare il presidente», è la malignità di un luogotenen­te della nuova guardia del segretario, «allora si dimetta dal governo». Una provocazio­ne, insomma. Dietro la quale si nasconde la volontà renziana di «cambiare il meno possibile», tanto nella squadra di governo quanto nel gruppo parlamenta­re (Marina potrebbe dividere i galloni di vicesegret­ario con Guerini). Soprattutt­o ora che sente il vento di nuovo in poppa. Come dice il suo portavoce Michele Anzaldi, «quelli che hanno ricomincia­to con gli attacchi riflettano bene».

 ??  ??
 ??  ?? Su Corriere.it Tutti gli aggiorname­nti di politica in tempo reale, con video, fotogaller­y, analisi e commenti
Su Corriere.it Tutti gli aggiorname­nti di politica in tempo reale, con video, fotogaller­y, analisi e commenti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy