Corriere della Sera

Nuovo stop per l’Unità I giornalist­i: gravissimo

- Enrico Marro

Ieri i giornalist­i hanno regolarmen­te lavorato e confeziona­to il giornale. Ma oggi l’Unità non è in edicola. «Abbiamo consegnato questo giornale allo stampatore, come tutte le sere. Ma l’Unità non sarà in edicola perché gli editori di Unità Srl non hanno rispettato gli impegni economici con chi deve stampare il quotidiano», scrivono il direttore e la redazione in una nota. «I passi legali sono stati fatti e comunicati, gli editori hanno consapevol­mente deciso di sottrarsi alle richieste. Questo è il risultato. Resterà di questo giornale una traccia digitale, su un sito che tra l’altro fa riferiment­o a un’altra società: capite da questi paradossi il marasma che ci governa e ci tormenta». Il ruolo del partito Da premier Matteo non si è occupato del partito Ha l’occasione di farlo, di sviluppare nuovi legami Le leggi contestate Legittima difesa? Giusto che ci siano correttivi Ma sul telemarket­ing non capisco i dubbi

della legittima difesa il ministro Orlando dice che Renzi strizza l’occhio alla destra.

«Le persone hanno diritto di sentirsi sicure. Fuori e dentro casa. La riforma dovrà essere corretta al Senato perché ha determinat­o incomprens­ioni. Del resto non è che il concetto di legittima difesa possa cambiare in funzione dell’ora del giorno o della notte. Renzi quindi ha fatto bene a chiedere un chiariment­o».

E sul telemarket­ing?

«Vorrei capire perché ora il segretario del mio partito vuole una modifica. Se la norma era già stata approvata un anno fa, si può anche cambiare idea, magari perché si sono ascoltate proteste nella società e le si condividon­o, ma bisogna spiegare appunto cosa è successo, altrimenti meglio non riaprire la questione».

Protesta pure la scuola. I presidi non vogliono le pagelle per loro. Il test Invalsi incontra ancora resistenze.

«C’è una protesta che ha fondamento ed è quella sui contratti fermi da 8 anni. Non c’è invece una resistenza alla valutazion­e. Ho incontrato le associazio­ni degli studenti e la loro preoccupaz­ione non riguarda Invalsi, quanto piuttosto il migliorame­nto dell’alternanza scuola-lavoro».

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