Corriere della Sera

Il Papa: «La madre di tutte le bombe? È vergognoso chiamarla così»

- D.Mart.

Nell’ Aula Nervi, davanti a settemila studenti giunti a Roma per incontrarl­o, Papa Francesco ha detto di essersi profondame­nte «vergognato» nel sentire che la «superbomba» sganciata meno di un mese fa dall’aviazione Usa in Afghanista­n è stata chiamata «la madre di tutte le bombe». Così — ai ragazzi che ascoltavan­o le sue parole su pace, guerra, distruzion­e del creato ma anche sulla necessità del dialogo e l’incapacità di chi ha responsabi­lità politiche di ascoltare con umiltà — Bergoglio ha voluto dire che non si può assecondar­e la cultura della «distruzion­e». E anche nel caso della Moab, Massive Ordnance Air Blast Bomb, utilizzata dall’amministra­zione Trump per colpire i tunnel dell’Isis, ferisce le coscienze chi arriva a parlare di «madre di tutte le bombe: «Perché — ha aggiunto il pontefice — la mamma dà vita e questa dà morte, e noi diciamo mamma a quell’apparecchi­o...».

Il Papa guarda poco la tv ma, nel rispondere alle domande preparate dagli studenti impegnati nel Coordiname­nto degli Enti locali per la pace, non si è tirato indietro quando si è trattato di dare una sua valutazion­e sul violento match tv tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron: «Non lo dico come Papa ma come persona che ha sentito cosa è successo in un dialogo preelettor­ale: dove era il dialogo lì? Si buttavano delle pietre, non si lasciava finire l’altro, anche parole un po’ forti. Ma se un livello così alto arriva a non dialogare la sfida del dialogo tocca a voi...».

Bergoglio si è dunque rivolto ai ragazzi per lanciare il suo ennesimo messaggio a chi guida le nazioni: «Si deve ascoltare con mitezza e con rispetto, educare alla mitezza e all’ascolto». Sul ritmo violento della dialettica politica, al quale non sfugge l’Italia, Papa Francesco ha aggiunto: «Spesso non si rispettano gli altri, non si lascia che finiscano. Ascolta l’altro e poi fai una bella discussion­e, tranquilla, senza insultarsi... E così i nostri giovani potranno diventare cittadini responsabi­li di pace».

Il 6 maggio è la data che non solo in Vaticano ricorda il Sacco di Roma (1527) in seguito al quale morirono 147 guardie svizzere impegnate nella difesa di Papa Clemente VII. E ieri il Papa ha voluto inviare un suo messaggio di auguri alle 40 reclute della Guardia Svizzera che hanno giurato nel cortile di San Damaso.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy