Alfano a Tripoli: la Libia resti unita, ora il dialogo Serraj-Haftar L’
Italia sostiene con forza l’unità della Libia, precondizione fondamentale per la pacificazione del Paese e il controllo dei flussi migratori. Ovvio che a Roma, come in Europa, si guardi con speranza al nuovo dialogo tra Fayez al Serraj, responsabile della coalizione di unità nazionale a Tripoli, e l’uomo forte del governo di Tobruk, generale Khalifa Haftar, rilanciato dal 2 maggio con il loro incontro ad Abu Dhabi. E’ il messaggio che Angelino Alfano ha voluto portare ieri personalmente con un viaggio lampo nella capitale libica. Una visita che coincide con l’inizio delle operazioni di pattugliamento lungo le coste occidentali libiche di almeno due delle 10 motovedette italiane tutte previste in consegna ai guardiacoste locali entro metà estate. «L’Italia rinnova con forza il proprio sostegno a favore del dialogo e del processo di riconciliazione nazionale», ha sottolineato il titolare della Farnesina su Twitter. «Avanti con il dialogo intra-libico, solo i libici possono pacificare il loro Paese e noi siamo pronti a sostenerli», ha aggiunto parlando con Serraj.
I media libici notano che l’Italia pare più spostata a favore del leader di Tripoli, osservazione scaturita anche dal paragone con il ministro degli Esteri britannico. «Poco prima dell’arrivo di Alfano è giunto da noi anche Boris Johnson, il quale ha voluto fare anche una puntata a Bengasi da Haftar. Per Londra è evidente che solo questi ha la forza militare per il controllo del territorio», riportano. Non va però dimenticato che nei giorni scorsi Alfano davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato aveva parlato del «ruolo indispensabile di Haftar». La situazione resta complicata. Tra Cirenaica e Tripolitania sono molti i nemici di un’intesa tra i due leader. Il mufti di Tripoli,con l’ex premier Ghwell, diverse milizie delle «Montagne Verdi» e di Misurata hanno denunciato le aperture ad Haftar, accusato di voler assurgere al ruolo di «nuovo Gheddafi».