Kelly, madre surrogata pentita «Sono stata usata e buttata via»
L’americana: credevo di aiutare gli altri ma è solo una questione di soldi
consolato a Chicago e dichiarare che avevo avuto una storia con uno di loro due e che ora, per salvare il mio matrimonio, la mia unica possibilità era di spedire i gemelli con il padre biologico in Francia». Kelly e il marito si arrabbiano ma l’alternativa è tenere con sé i neonati: «Come potevamo farlo? Avevamo già due bambini di uno e tre anni». Così la ragazza si presta al gioco: «È stata un’umiliazione. Ero davanti alla console con uno dei neonati in braccio, loro parlavano solo in francese, lingua che non conosco, poi mi guardavano e, a volte, ridevano».
La seconda coppia
Kelly va in crisi e ricorre all’aiuto di uno psicoterapeuta che, paradossalmente, per curarla
Voglio mettere in guardia le altre donne. Non credete a quello che dicono le agenzie o i genitori intenzionali. Non c’è nessuna protezione per noi surrogate. A me hanno mentito E ora non so come stanno i bimbi che ho fatto nascere
le propone di fare un’altra maternità surrogata per un uomo e una donna che sta seguendo. «Pensavo che non ci sarei cascata più ma mi sono innamorata di questa coppia dell’Iowa. È nata una bambina bellissima, però poi loro hanno divorziato e sono finiti in tribunale per la custodia della piccola. Mi si spezza il cuore perché io l’ho fatta nascere».
L’attaccamento
Kelly insiste molto sul suo attaccamento per i bambini nati «su commissione». «Sì lo so che ti dicono che è un lavoro e non devi affezionarti ma io non ci riesco».
L’ultima gravidanza, quella per la coppia madrilena, è stata la peggiore. «Non sono più la stessa, mi hanno distrutto. La coppia è andata letteralmente in tilt quando hanno saputo che aspettavo due maschi invece di un maschio e una femmina. Da allora si sono disinteressati dei bambini. Non telefonavano più, non rispondevano ai messaggi. Ossessionavano il medico per sapere come mai i due embrioni maschio e femmina impiantati non avevano portato al risultato voluto. A un certo punto ho pensato che non sarebbero venuti a prenderli».
Il parto è prematuro. Kelly va in gestosi e rischia la vita: «Non avevo mai pensato di poter morire». I bambini nascono alla 30sima settimana: «Piccoli ma meravigliosi. Siamo andati a vederli io e Jay e loro erano da soli nelle incubatrici. Le infermiere mi hanno detto che i genitori erano andati via subito. Gli abbiamo parlato e si sono mossi, perché riconoscevano le nostre voci. E ora non so darmi pace».