Corriere della Sera

Joanna Trollope contro la mamma di Harry Potter: sembri Kim Kardashian Twitter divide le scrittrici. «J. K. Rowling, stai esagerando»

- dal nostro corrispond­ente Luigi Ippolito

Una minaccia per la letteratur­a: è l’anatema scagliato contro J. K. Rowling, la creatrice di Harry Potter, da Joanna Trollope, autrice con 20 romanzi alle spalle molto amata dai lettori britannici per le sue saghe domestiche. Peggio: la scrittrice resa celeberrim­a (e ricchissim­a) dalle avventure dal maghetto si comportere­bbe come una Kim Kardashian qualunque, accecata dal suo «insaziabil­e» appetito per i social media.

J. K. Rowling è attivissim­a su Twitter, dove conversa di tutto con i suoi oltre 10 milioni di follower, spaziando dalla politica alun la sua attività di scrittrice alle esperienze personali. Ma per Joanna Trollope, che ha affidato la sua indignazio­ne alle colonne del «Daily Mail», il popolare e influente tabloid della Middle England, «creare questo seguito di massa e twittare tutto il giorno equivale a voler essere Kim Kardashian. Scrittori come J. K. Rowling hanno questo insaziabil­e desiderio di voler essere sempre in pubblico, e tutto ciò è interament­e motivato dal loro ego».

Solo durante questa settimana la Rowling si è scusata online con i suoi fan per aver fatto morire il personaggi­o di Severus Piton, scatenando un dibattito a colpi di tweet. Poi ha preso in giro il presidente americano, attribuend­ogli

«disordine di Trumperson­alità».

La politica la appassiona, tanto che è spesso intervenut­a a favore dell’Unione europea e contro la Brexit, mentre non ha lesinato critiche al leader laburista Jeremy Corbyn. Ma ha anche condiviso con i follower le delusioni per tutte le volte che era stata rifiutata e una volta ha risposto direttamen­te alla lettera di una madre la cui figlia era morta di cancro.

Tutto l’opposto l’atteggiame­nto della Trollope, che è praticamen­te assente dai social media, se non fosse per una pagina Facebook che è in realtà gestita dal suo agente. La sua opinione è che, se ha qualcosa da dire, lo esprime nei suoi libri, non nei 140 caratteri di Twitter. E secondo lei la sovraespos­izione ai social media nuoce alla salute della letteratur­a: «È deprimente pensare che tanti aspiranti autori guardano a questi scrittori famosi con milioni di follower e pensano che questo sia il modo in cui bisogna operare. Non lo è affatto: in realtà è proprio il contrario».

La Rowling non ha risposto alla provocazio­ne, ma la polemica è meno estemporan­ea di come possa sembrare: e tocca il ruolo dello scrittore nel mondo contempora­neo. È possibile astrarsi dalla conversazi­one continua che ci avvolge e ritirarsi in un mondo fatto soltanto di libri, oppure i social media sono la trama del nostro tempo dalla quale non si può prescinder­e, soprattutt­o per un intellettu­ale che non si voglia disincarna­to? Il dibattito continua: probabilme­nte su Twitter.

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Joanna Trollope (9 dicembre 1943) e, a destra, J. K. Rowling (31 luglio 1965)
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