Corriere della Sera

L’Andalusia scalda il robottino Pedrosa: a Jerez grande pole Valentino in terza fila

- JEREZ DE LA FRONTERA

DAL NOSTRO INVIATO

Hollywood e il Robottino formano la coppia più improbabil­e del mondo. Uno è Sete Gibernau, l’ex nemico di Rossi a inizio secolo; l’altro è Dani Pedrosa, l’eterno secondo, anzi terzo, meglio ancora quarto. Uno, ancora «cool» a 44 anni con il sorrisone levigato e l’occhiale da sole, sembra sempre pronto per un party a Ibiza; l’altro, piccolo, riservato, quasi ascetico, ha sempre sul volto l’allegria di quello che entra all’assemblea di condominio. La comune passione per la moto quest’anno li ha fatti unire e Sete supervisio­na il lavoro di Dani come Luca Cadalora fa con Valentino Rossi dalla stagione scorsa. Per comodità li si chiama coach, ma sono più che altro consulenti tecnici, ascoltator­i e suggeritor­i, forse confessori. E sembrano funzionare. Di Rossi si sa. Di Pedrosa lo abbiamo appreso ieri quando ha conquistat­o da campione la sua 29ª pole in top class, un colpo che non gli riusciva dal 2015. Se sono meriti effettivi, effetto placebo o solo l’influenza benefica di una pista che conosce al centimetro, non è chiaro. Fatto sta che il Robottino, dopo un inizio campionato così così, pare essersi acceso e adesso sorride felice quando parla di «una delle migliori pole della mia vita». Sete, che da lontano guida con lo sguardo anche le frasi dell’adepto in conferenza stampa, dice di «non avere fatto niente, è stato un grande lui», ma poi spiega di stare lavorando nientemeno che sul concetto di felicità: «Gli ho spiegato che quella viene prima dei risultati. Siamo diversi? Sì, ma ci

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