Corriere della Sera

Vince Macron: per la Francia e l’Europa

Eletto con il 65% dei voti, festa al Louvre con l’Inno alla gioia. Le Pen: ora cambierò il Fn

- di Alessandra Coppola e Stefano Montefiori

Emmanuel Macron vince al ballottagg­io contro Marine Le Pen (65,8% a 34,2%) e diventa il più giovane presidente francese: «Grazie dal profondo del cuore, lavorerò per l’unità del Paese». Marine Le Pen: «Ora cambierò il Front National».

«La Francia ha vinto», grida Emmanuel Macron appena salito sul palco del Louvre, dopo avere camminato per alcuni minuti da solo davanti alla folla accompagna­to dalle note dell’Inno alla gioia di Beethoven, l’inno ufficiale dell’Unione Europea. Una scenografi­a da grandeur e un’espression­e solenne sul viso del presidente più giovane al mondo (39 anni) che ha appena dimostrato come ci si può sentire patrioti ed europei, rivendicar­lo, farne coraggiosa­mente il cuore della propria proposta politica e — in tempi di Brexit — vincere le elezioni.

Al suo arrivo la gente sventola il tricolore francese e bandiere europee, che negli ultimi anni si erano viste più che altro nelle piazze di Tbilisi o Kiev, in Paesi come la Georgia o l’Ucraina che nell’Unione non ci sono ma ci vorrebbero tanto entrare, luoghi che hanno tenuto in caldo l’ideale europeo mentre nelle capitali dell’Ovest le piazze si riempivano di euro-scettici e di politici che provavano a salvarsi la faccia dando la colpa a Bruxelles.

Macron ha scelto l’esplanade del Louvre per la festa della vittoria perché non ha paura di essere maestoso quando serve, e perché il Louvre è perfetto per il presidente che vuole essere. La piazza della sinistra è la Bastiglia, quella della destra la Concorde. Macron che vuole «prendere il meglio della sinistra, della destra e anche del centro» ha scelto un luogo finora disertato dalla politica: il cuore della cultura internazio­nale, il luogo che racchiude i più grandi capolavori dell’arte mondiale — non solo francese — di tutti i secoli, dagli egizi alla Gioconda, e ha fatto piazzare il palco davanti alla piramide di vetro ultra-moderna. La cultura, il cosmopolit­ismo e lo sguardo rivolto al futuro sbattuto in faccia all’avversaria che sogna una Francia chiusa, protetta, ripiegata verso un passato di gloria autarchica che forse non è neanche mai esistito.

Poco prima che il nuovo presidente arrivasse, la festa era cominciata con il concerto di Cris Cab, un cantante americano di origini cubane che si è messo a cantare «Englishman in New York» (una cover di Sting) davanti alla piramide disegnata dal cinese Ieoh Ming Pei, un altro schiaffo ai nazionalis­ti del Fn che qui a Parigi al primo turno sono stati solo il 5% degli elettori.

Emmanuel Macron ha vinto con il 65,8% dei voti, contro il 34,2% di Marine Le Pen. L’astensione non è mai stata così alta dal 1969, oltre il 25%. Ma l’impresa resta sorprenden­te, perché Macron ha fondato il movimento «En Marche!» solo un anno fa, quando si è candidato alla presidenza della Repubblica nessuno gli dava la minima chance di vittoria. Tutti i colpi di scena della campagna elettorale sono andati a suo vantaggio, ma anche la fortuna è una qualità indispensa­bile per chi vuole guidare un grande Paese.

«Quello che abbiamo fatto in questi mesi non ha precedenti né equivalent­i — ha detto —. Questa sera, davanti al Louvre, voi rappresent­ate il fervore, l’entusiasmo, l’energia del popolo di Francia. Avete scelto l’audacia, e con questa audacia noi continuere­mo».

L’audacia di Macron è quella

di avere giudicato destra e sinistra dei morti che camminano. Lo spiega nel suo libro «Rivoluzion­e» (La Nave di Teseo) appena uscito in Italia: «Alcuni pensano che il nostro Paese sia in declino, che il peggio debba ancora arrivare, che la nostra civiltà sia in via di estinzione». Evoca qui tutta la retorica della destra frontista ma non solo. Poi prosegue: «Altri pensano che la Francia possa continuare più o meno così, scendendo sì la china, ma una china non troppo ripida. Che il gioco dell’alternanza politica basterà a darci un po’ di respiro». E qui evoca la presidenza socialista di François Hollande, oculato gestore del disastro. «Io sono convinto che abbiano torto, che il fallimento dipenda sempliceme­nte dai loro modelli, dalle loro ricette. Mentre il Paese, nel suo complesso, non è affatto in fallimento. E lo sa. Confusamen­te, ma lo sa, lo sente. Da qui l’attuale divorzio tra il popolo e i suoi governanti».

Macron ha preso il loro posto di quei governanti contando sull’ottimismo e la voglia di sognare di tanti che ancora pensano che la Francia sia uno dei luoghi migliori dove vivere al mondo. Sul palco ha evocato «l’energia e la benevolenz­a» dei suoi militanti, contrappos­ta alla collera dei comizi del Front National. E ancora una volta si è rivolto agli elettori di Marine Le Pen.

 ??  ?? Il neopreside­nte Emmanuel Macron, 39 anni, festeggia al Louvre, con la moglie Brigitte, la vittoria al ballottagg­io
Il neopreside­nte Emmanuel Macron, 39 anni, festeggia al Louvre, con la moglie Brigitte, la vittoria al ballottagg­io
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 ??  ?? La festa Il presidente eletto Emmanuel Macron con una delle sette nipoti, la bambina di Tiphanie, figlia della moglie Brigitte Trogneux, qui con loro sul palco davanti alla piramide del Louvre, dopo la vittoria (Foto Reuters /B. Tessier)
La festa Il presidente eletto Emmanuel Macron con una delle sette nipoti, la bambina di Tiphanie, figlia della moglie Brigitte Trogneux, qui con loro sul palco davanti alla piramide del Louvre, dopo la vittoria (Foto Reuters /B. Tessier)

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