Il Grand Canyon delle poltrone
Lucciu, Fariano, Filippazzu, Moscardinu e tutti i paladini della terra d’Orlando, per dirla con i Pupi, hanno sguainato la spada contro Mario Oliverio, il Gano di Magonza della Sila.
Monumenti geologici L’interno di uno dei caratteristici canyon della Riserva naturale di Valli Cupe, in provincia di Catanzaro Scienze agrarie, studioso di botanica, ricco di esperienze in Belgio, Francia, Spagna, Australia, è tornato in Calabria e ha cominciato con un gruppo di amici a tracciare sentieri per gli appassionati di trekking e per chi più semplicemente ama la natura. Dicono tutto le recensioni di Tripadvisor. Eccellenti.
Musei e ristoranti
il doppio di parchi archeologici come quelli di Cuma o di Velia.
Insomma, un piccolo grande successo di marketing e di cultura in grado di occupare cinque persone per tutto l’anno, una decina per otto mesi e qualche altro stagionale. Finché perfino la politica, che troppo spesso annusa la cultura e l’ambiente solo quando sente odore di soldi, ha cominciato a interessarsi alle Valli Cupe.
L’esordio, a dire il vero, fu buono. La legge regionale 14 luglio 2003 consente infatti di stare alla larga dall’elefantiasi burocratica di certi parchi, presto ridotti a carrozzoni clientelari paralizzati da carte e scartoffie. E permette di affidare Catanzaro insieme, mesi fa, di costituire la Riserva naturale e affidarne la gestione al Comune di Sersale che per anni aveva seguito con spirito collaborativo la storia di Lupia e dei suoi dodici amici che avevano messo su la cooperativa «Segreti Mediterranei». Passo successivo: la conferma alla guida delle Valli Cupe, di Carmine Lupia. Un premio doveroso al «padre» dell’area protetta. Macché.
Il trabocchetto
Proprio a Sersale, dove la fiera annuale è dedicata a San Pasquale Baylon («San Pasquale di Baylonne / protettore delle donne / fammi avere un buon marito / bianco, rosso e colorito...»), avrebbero dovuto mettere in conto un possibile trabocchetto. Infatti... Un «marito» solo e per di più non contrattato per la nuova creatura naturalistica è sembrato a Mario Oliverio, l’ispettore Kojak (gli manca solo il chupa-chupa in bocca) che governa la Calabria, troppo poco. Buon Dio! Almeno qualche poltrona in più! E così il governatore ha deciso di cambiare. E di affidare la Riserva a un «consorzio» tra il Comune di Sersale e quello di Zagarise. Il quale possiede solo una porzione minore del territorio (147 ettari contro 500) e delle ricchezze naturali (due siti di interesse contro dieci) ma ha la buona sorte di avere un sindaco amico dello stesso governatore. La dote non è male: 100 mila euro dalla Regione e forse, chissà, qualche milione per le aree protette messo a disposizione dall’Ue. Da spartire metà e metà tra i due Comuni.
Per due volte, come ha raccontato Pietro Bellantoni sul Corriere della Calabria, il blitz di Mario Oliverio è stato bloccato dentro la sua stessa giunta. Perché, come ha spiegato il sindaco di Sersale, Salvatore Torchia, la spartizione avrebbe violato «la ratio della legge istitutiva della Riserva, che ha scelto di non avere intermediari politici per conseguire le sue finalità». Il governatore però non ha mollato. E nonostante le proteste delle destre e degli ambientalisti, con in testa la vice-presidente del Fai Anna Gastel, ha insistito e insistito finché, almeno in giunta, non l’ha avuta vinta. Che riesca poi a superare anche gli altri scogli prima del varo definitivo è da vedere. Nel canyon delle Valli Cupe il percorso è piuttosto accidentato... Riserva naturale di Valli Cupe