Corriere della Sera

Il Grand Canyon delle poltrone

- di Gian Antonio Stella

Lucciu, Fariano, Filippazzu, Moscardinu e tutti i paladini della terra d’Orlando, per dirla con i Pupi, hanno sguainato la spada contro Mario Oliverio, il Gano di Magonza della Sila.

Monumenti geologici L’interno di uno dei caratteris­tici canyon della Riserva naturale di Valli Cupe, in provincia di Catanzaro Scienze agrarie, studioso di botanica, ricco di esperienze in Belgio, Francia, Spagna, Australia, è tornato in Calabria e ha cominciato con un gruppo di amici a tracciare sentieri per gli appassiona­ti di trekking e per chi più sempliceme­nte ama la natura. Dicono tutto le recensioni di Tripadviso­r. Eccellenti.

Musei e ristoranti

il doppio di parchi archeologi­ci come quelli di Cuma o di Velia.

Insomma, un piccolo grande successo di marketing e di cultura in grado di occupare cinque persone per tutto l’anno, una decina per otto mesi e qualche altro stagionale. Finché perfino la politica, che troppo spesso annusa la cultura e l’ambiente solo quando sente odore di soldi, ha cominciato a interessar­si alle Valli Cupe.

L’esordio, a dire il vero, fu buono. La legge regionale 14 luglio 2003 consente infatti di stare alla larga dall’elefantias­i burocratic­a di certi parchi, presto ridotti a carrozzoni clientelar­i paralizzat­i da carte e scartoffie. E permette di affidare Catanzaro insieme, mesi fa, di costituire la Riserva naturale e affidarne la gestione al Comune di Sersale che per anni aveva seguito con spirito collaborat­ivo la storia di Lupia e dei suoi dodici amici che avevano messo su la cooperativ­a «Segreti Mediterran­ei». Passo successivo: la conferma alla guida delle Valli Cupe, di Carmine Lupia. Un premio doveroso al «padre» dell’area protetta. Macché.

Il trabocchet­to

Proprio a Sersale, dove la fiera annuale è dedicata a San Pasquale Baylon («San Pasquale di Baylonne / protettore delle donne / fammi avere un buon marito / bianco, rosso e colorito...»), avrebbero dovuto mettere in conto un possibile trabocchet­to. Infatti... Un «marito» solo e per di più non contrattat­o per la nuova creatura naturalist­ica è sembrato a Mario Oliverio, l’ispettore Kojak (gli manca solo il chupa-chupa in bocca) che governa la Calabria, troppo poco. Buon Dio! Almeno qualche poltrona in più! E così il governator­e ha deciso di cambiare. E di affidare la Riserva a un «consorzio» tra il Comune di Sersale e quello di Zagarise. Il quale possiede solo una porzione minore del territorio (147 ettari contro 500) e delle ricchezze naturali (due siti di interesse contro dieci) ma ha la buona sorte di avere un sindaco amico dello stesso governator­e. La dote non è male: 100 mila euro dalla Regione e forse, chissà, qualche milione per le aree protette messo a disposizio­ne dall’Ue. Da spartire metà e metà tra i due Comuni.

Per due volte, come ha raccontato Pietro Bellantoni sul Corriere della Calabria, il blitz di Mario Oliverio è stato bloccato dentro la sua stessa giunta. Perché, come ha spiegato il sindaco di Sersale, Salvatore Torchia, la spartizion­e avrebbe violato «la ratio della legge istitutiva della Riserva, che ha scelto di non avere intermedia­ri politici per conseguire le sue finalità». Il governator­e però non ha mollato. E nonostante le proteste delle destre e degli ambientali­sti, con in testa la vice-presidente del Fai Anna Gastel, ha insistito e insistito finché, almeno in giunta, non l’ha avuta vinta. Che riesca poi a superare anche gli altri scogli prima del varo definitivo è da vedere. Nel canyon delle Valli Cupe il percorso è piuttosto accidentat­o... Riserva naturale di Valli Cupe

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