I nomi della sua squadra
L’eurodeputata in lizza per un posto al governo: la Ue prenda in mano il suo destino
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Prenderete un’iniziativa in Europa su questi temi?
«Con i tedeschi, gli italiani e gli altri vorremmo che i cittadini europei prendano coscienza che ciò che sta accadendo richiede un soprassalto collettivo. E che abbiamo strumenti di cooperazione nell’Unione europea. Dobbiamo migliorarli. Per chi non è pronto ad andare avanti su questi temi massimo rispetto, ma senza porre veti insabbiando i progetti degli altri».
C’è attesa per le riforme economiche interne di Macron e le sue proposte per l’area euro. Ci saranno?
«Certo, ma l’idea non è di ricominciare un dialogo fra sordi sul governo della zona euro. Si tratta di fare le riforme. I dati in Germania, Olanda o Spagna da un lato e della Francia e dell’Italia dall’altro dicono che i Paesi che hanno fatto riforme godono di tassi di crescita più alti, creano prospettive positive per i loro cittadini e entrano i circoli virtuosi. Sull’Italia non posso giudicare. Ma in Francia dobbiamo fare passi avanti, rendere più libero il mercato del lavoro non per fare del liberismo selvaggio, ma per dare lavoro alla gente. I nostri investimenti vanno orientati meglio, e c’è troppa spesa pubblica».
Sulle migrazioni, la politica della Francia cambierà?
«A inizio gennaio Macron ha preso il “rischio” elettorale di dire che Merkel aveva salvato la dignità degli europei, accogliendo oltre un milione di profughi. Ha anche detto che dal 2013 gli italiani e i greci avevano chiesto aiuto per affrontare i flussi e tutti, compresa la Germania, avevano tardato. Serve una risposta comune. C’è una componente di controllo alle frontiere, ce n’è una di rapporti diplomatici e di stabilizzazione dei Paesi attorno a noi. La Francia non può sottrarsi. Bisogna far sì che le decisioni prese dal Consiglio europeo siano applicate».
Dobbiamo fare le riforme, rendere più libero il mercato del lavoro non per fare del liberismo selvaggio, ma per dare lavoro alla gente