Under 30 ai vertici e il bis di Orfini Le liti del nuovo Pd
Direzione senza Cuperlo. Il capo porta i giovani Martina vice unico. Il rebus del ruolo di Guerini
pescare a sorpresa dai circoli. Ragion per cui l’assemblea è durata tre ore più del previsto e decine di sconosciuti delegati hanno avuto i loro cinque minuti di gloria dal palco.
Gli orlandiani avevano già tutti i nomi dei loro nero su bianco, da Goffredo Bettini a Monica Cirinnà, passando per il vicepresidente dello Svimez Giuseppe Provenzano. Poi sono spuntati i «millennial» e gli sherpa di Orlando hanno fatto i salti mortali per salvare il posto alle «personalità» della mozione. I socialisti sono rimasti fuori e Marco Di Lello non l’ha presa bene. E qualche tensione l’ha provocata Emiliano, che pretendeva di conteggiare le sue caselle in base alla percentuale incassata alle primarie.
Tra i renziani, che si sono trovati quindici posti in meno, è stato il caos. Franceschini ha perso pezzi ma si è accontentato, mentre «assai bastonati» sarebbero usciti dalla contesa i sostenitori di Martina e Orfini. I quali in compenso si ritrovano nella stanza dei bottoni... Matteo Orfini è stato riconfermato I ministri Franceschini, De Vincenti, Pinotti e Minniti
La conferma Matteo Orfini, presidente del Pd dal giugno 2014, ieri è stato confermato nella carica durante l’Assemblea Fedelissimo Il ministro dello Sport, Luca Lotti In platea Seduti in prima fila all’Assemblea nazionale del Pd, da sinistra, il ministro (e neo vicesegretario) Maurizio Martina, il premier Paolo Gentiloni, il ministro Andrea Orlando e il governatore pugliese Michele Emiliano presidente per alzata di tessera, con 16 no e 60 astenuti, tutti orlandiani. La mozione del ministro voleva presentare un candidato alternativo delle minoranze, ma il governatore della Puglia si è lestamente sfilato lasciando l’ala sinistra a combattere da sola. «Emiliano ha fatto l’accordo con Renzi» lamentavano gli orlandiani furiosi, tanto che il Guardasigilli ha dovuto lasciare libertà di coscienza ai suoi.
Un’altra partita niente affatto indolore è stata quella per il posto di vicesegretario. Renzi ha optato per Maurizio Martina numero due «unico», sacrificando colui che, per ammissione di tutte le correnti, ha «tenuto in piedi la baracca» nei mesi più difficili. Lorenzo Guerini da oggi sarà «deputato