«Una speranza concreta di salvare l’olivicoltura»
«Quella della Favolosa è una scoperta che rafforza le speranze di salvare l’olivicoltura, ora gravemente minacciata, nelle aree colpite dalla Xylella. E anche l’ulteriore dimostrazione del contributo che il Cnr, impegnato in prima linea dalla prima identificazione del patogeno, nel 2013, sta dando alla ricerca di soluzioni concrete per l’economia, l’occupazione e la salvaguardia del territorio». Massimo Inguscio è presidente del Cnr. E da salentino conosce bene il territorio colpito.
Perché la Favolosa può essere una soluzione contro la Xylella?
«La resistenza delle piante è una delle principali linee di ricerca: sono centinaia le varietà per le quali è stata avviata la sperimentazione in appositi campi. Si tratta di un lavoro che, però, richiede anni. L’unico modo per avere subito delle indicazioni è quello di osservare piante già presenti nella zona infetta ed esposte da anni all’infezione. Così è avvenuto per la cultivar Leccino prima e per la Favolosa poi».
Insomma, ricerca sul campo ancor prima che in laboratorio.
«Il Cnr ha messo in atto una serie di studi e ricerche che sono state finanziate da Commissione Europea, Efsa e altri importanti portatori d’interesse. Che adesso hanno consentito un enorme progresso scientifico nella conoscenza della patologia e nella messa a punto di metodi di lotta e controllo. Anche le royalties sulla Favolosa, pari al 10%, verranno reinvestite nella ricerca su cui sono concentrate le speranze non solo degli olivicoltori italiani ma anche dei Paesi olivicoli dell’intero Mediterraneo».
Sono stati individuati altri focolai fuori dall’Italia?
«Ci auguriamo che l’epidemia resti confinata al territorio salentino e che non venga messa a rischio l’olivicoltura dell’intero bacino mediterraneo, ma le notizie che ci arrivano dalle isole Baleari non sono molto confortanti».
Si può già prevedere che resa potranno avere gli ulivi della cultivar Favolosa?
«Non è facile dirlo. Comunque, storicamente, il superamento di ogni crisi porta alla riorganizzazione e razionalizzazione dei settori produttivi. Non escludo che ciò potrà succedere anche al termine della crisi della Xylella».
La diffusione nel Mediterraneo Ci auguriamo che l’epidemia resti confinata al territorio salentino, ma le notizie che ci arrivano dalle isole Baleari non sono molto confortanti