«Chi attacca i ricercatori porti dati scientifici» «G
Le evidenze I dati sul campionamento della rete Selge confermano la forte correlazione tra l’infezione e le conseguenze visibili sulle piante
uardando al campione considerato, il disseccamento degli ulivi, in Puglia, è causato dalla Xylella, non da altro. La correlazione è indubbia». Enrico Bucci è professore aggiunto di Biologia dei sistemi complessi alla Temple University di Filadelfia. Lavora presso la Sbarro Health Research Organization ed è stato invitato dalla Commissione Ricerca dell’Accademia dei Lincei a valutare i dati; in questa veste ha tenuto una presentazione nel seminario sulla Xylella organizzato dagli uffici di presidenza del Consiglio regionale pugliese.
Perché è certo della correlazione tra il batterio e il disseccamento degli ulivi in Puglia?
«Perché lo dicono i dati dei campionamenti della rete Selge disponibili sul sito emergenza Xylella della Regione Puglia: tra l’altro, se c’è Xylella, l’80% mostra sintomi. Se non c’è Xylella, solo il 25% mostra comunque i sintomi. Inoltre, dati indipendenti presentati dal professore emerito dell’Università di Bari Giovanni Martelli mostrano che dove l’epidemia di disseccamento è più evidente, addirittura il 100% degli ulivi disseccati contiene il batterio, che se inoculato in ulivi sani è in grado di causare i sintomi del disseccamento».
E come si spiega gli alberi disseccati in cui non si rileva la patologia?
«Nel campione Selge sono attribuibili a errori inevitabili e forse alla presenza di altri agenti, comunque in misura minoritaria rispetto a Xylella: del resto nell’ultimo campione del professor Martelli, in cui alcune fonti di errore sono eliminate, non si rilevano ulivi disseccati senza batterio».
Eppure molti attivisti lo mettono in dubbio. E lo ha fatto anche la magistratura.
«Direi che l’inchiesta della magistratura ha raccolto quei dubbi. Ma chi ha dubbi deve portare dati a sua volta che invalidino quanto disponibile, non scaricare l’onere della prova sugli altri».
In che senso?
«Chi attacca le analisi di un gruppo di ricercatori deve provare la sua tesi. Sarò il primo a cambiare idea in presenza di evidenze scientifiche che invalidino l’analisi svolta, e immagino anche l’Accademia dei Lincei e ogni scienziato che si rispetti. Ma non senza dati».