Corriere della Sera

Gol e tifosi: la Lazio scoppia solo di salute Keita incenerisc­e la Samp in 18’, poi i biancocele­sti dilagano in un Olimpico mezzo pieno

- Stefano Agresti Lazio Sampdoria 7 3

Sedici gol in tre partite, più del doppio di qualsiasi altra squadra di A; 21 vittorie, record del club eguagliato; qualificaz­ione aritmetica per l’Europa League. Ma, soprattutt­o, un clima di festa e gioia che dal campo si espande alle tribune — tornate a essere popolate da 40mila spettatori — e si ripercuote su tutto il mondo Lazio. I macabri manichini appesi davanti al Colosseo sembrano lontani da qui, eppure quel gesto è stato rivendicat­o da un gruppo della curva. Normali contraddiz­ioni.

Di sicuro la Lazio oggi è una macchina quasi perfetta: non azzarda per scelta però segna di quella di Strootman.

Il Milan dei piccoli e leggeri avrebbe una sola strada da percorrere: un possesso palla continuo, alla Barcellona, per eliminare l’handicap fisico. È invece la Roma a fare la partita e ogni attacco diventa un’occasione da gol. Dzeko segna di piede e di testa, staccando tutti nella classifica cannonieri (27 gol, 37 in stagione) ma permettend­o soprattutt­o ai gialloross­i di sorpassare di nuovo il Napoli.

La trasferta di Milano era uno degli scogli più difficili. Ora il calendario dice: RomaJuve, Chievo-Roma e RomaGenoa da una parte; TorinoNapo­li, Napoli-Fiorentina e Sampdoria-Napoli dall’altra. I gialloross­i hanno un punto in più e lo scontro diretto favorevole. Non è poco.

Non finisce subito in goleada perché Donnarumma manda due volte sul palo tiri a colpo tantissimo. Così anche la Samp (un punto in 4 partite) finisce travolta e quasi umiliata, come era capitato al Palermo (6-2) e alla Roma, in Coppa Italia e in campionato.

La partita è durata 18 minuti. Immarcabil­e Keita semina il panico tra i difensori della Samp (Getty) Tanti ne sono bastati a Keita per segnare e procurarsi il rigore del 2-0 con tanto di espulsione di Skriniar. Con due giocate, con due inseriment­i alle spalle dei difensori blucerchia­ti, disattenti e colpevoli, il senegalese ha spaccato l’incontro. Poi la Lazio ha dilagato perché ha la fame di gol che aveva il suo allenatore quando giocava. E, per di più, le gambe volano. Un messaggio che arriva fino alla Juve: certo, i bianconeri popolano pianeti diversi, ma in finale di Coppa Italia troveranno un avversario in condizione splendente.

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