Corriere della Sera

«Mauro? Non stava giocando bene»

Pioli giustifica il cambio del capitano, che non gli stringe la mano

- Franco Fiocchini

Si può sempre fare peggio e, ogni settimana che passa, l’Inter supera se stessa. I nerazzurri sono come un pozzo senza fondo, dove tutto si perde, e contro il Genoa finisce inghiottit­o anche il fioco barlume di dignità rimasto. Non può però stupire la quinta sconfitta nelle ultime 7 partite e i 2 miseri punti raccolti, nessuna squadra in serie A è riuscita a far peggio.

Il passo è da retrocessi­one, ma l’Inter è già retrocessa nella testa, sfinita dalle sue stesse incongruen­ze, mortificat­a da un gruppo di giocatori lamentosi e senz’anima, da una dirigenza assente e da un tecnico osannato all’inizio e lasciato solo nel momento più difficile. Era una partita da vincere per tentare di restare aggrappati all’Europa League, il sospetto però è che nessuno ci

Come se non bastasse la terza sconfitta consecutiv­a e i 2 punti conquistat­i nelle ultime 7 giornate, ecco la sostituzio­ne di Icardi. Se non è bufera poco ci manca in casa Inter e infatti la squadra è stata contestata dai tifosi presenti a Genova. «Non credo sia stato indolente — ha tentato di spiegare Stefano Pioli —, però Mauro non era nella sua giornata migliore, non faceva certi movimenti senza palla e un allenatore ha il dovere di fare dei cambi per cercare di migliorare la squadra». Resta il fatto che l’allenatore interista, col Genoa avanti di un gol, ha sostituito a 18 minuti dalla fine il Giocatori lamentosi, dirigenza assente e tecnico lasciato solo in un momento critico vice capocannon­iere del campionato (24 gol) con Gabigol, pagato 29,5 milioni, ma che sinora aveva giocato solo 82’. E il capitano non l’ha presa bene tanto che si è seduto in panchina senza stringere la mano al Tensione Icardi esce dal campo senza degnare di uno sguardo il tecnico Pioli (Getty) tecnico. «Normale che non fosse contento della sostituzio­ne — ha ammesso Pioli — e a fine partita non ci siamo parlati, ma la porta del mio ufficio è sempre aperta a tutti».

Resta comunque la sensazione che l’allenatore interista, persa l’ultima speranza di allenare la squadra anche nella prossima stagione, abbia voluto inviare un messaggio forte ai dirigenti: la rosa è incompleta, assemblata male e ci sono tanti giocatori anche di talento che però pensano più a se stessi che alla squadra. «Perché nel finale non sono passato al 43-3? Non credo di avere giocatori adatti per realizzare questo

Normale che non fosse contento, ma se vuole parlare io ci sono

modulo. La verità è che i giocatori vorrebbero dare di più ma non riescono perché manca l’attenzione giusta e necessaria nei momenti decisivi».

Proprio come è capitato a Candreva in occasione del rigore sbagliato. «Icardi è il primo rigorista, Candreva il secondo», ha ricordato Pioli e Gabigol che avrebbe voluto calciarlo si può mettere il cuore in pace. Proprio come tutta l’Inter con l’Europa League. Ora la cosa più importante è finire questa stagione con le idee chiare su cosa fare per il futuro: «La nostra è stata una stagione complicata in cui sono affiorate qualità ma pure difetti. Bisogna aumentare le prime e correggere i difetti». Ma l’unica certezza per ora in casa Inter è che non sarà Stefano Pioli a doversene preoccupar­e.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy